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Come usciamo dal 42nd City of Florence / Girls

by Franco Marucci

 

Foto Pierocamel

Foto Pierocamel

La prima e ovvia risposta, che diamine, è che le girls si sono bene, anzi ottimamente comportate, e che l’aver vinto singolo e doppio con le stesse giocatrici e l’una in finale con l’altra significa uno splendido stato di salute del nostro tennis giovanile e una superiorità schiacciante sul resto del mondo. Ci sono tuttavia dei “ma”, inevitabilmente.

Non per trovare sempre il pelo nell’uovo, o gettare acqua sul fuoco come mio costume, ma questo di Firenze era un torneo debole, ulteriormente penalizzato dai ritiri last minute, e nei cui tabelloni non figuravano giocatori e giocatrici sopra il 50 del ranking junior (salvo la Jones) e pochi tra il 50 e il 100. Era poi un torneo Grade 2, usualmente disertato appunto dai e dalle top 50 del mondo. Conta dunque molto indicizzare una vittoria in un Grade 2, e cioè vederne il peso specifico e il valore relativo e il rapporto tra risultato e valore assoluto degli avversari. La verità è,  ammettiamolo, che non abbiamo punte e navighiamo nella zona mediana delle classifiche junior. Per fare un esempio, benché gli assenti abbiano sempre torto, nel femminile mancavano giocatrici che sarebbero state fuori portata per tutte le iscritte, dico gente come Day, Anisimova, Potapova, Andreescu, o anche Swiatek e Juvan. È di ieri la notizia che la Marketa Vondrousova, che quattordicenne venne a Firenze e arrivò già alle semifinali, ha vinto da diciottenne – e quindi teoricamente poteva partecipare a Firenze – il torneo WTA di Biel. E taccio della coetanea Bellis e di varie altre.

Sono cioè ormai lontani i tempi nei quali avevamo non già un singolo giocatore (un Quinzi) ma anche un movimento tennistico giovanile di primo piano e competitivo. Per ulteriormente spiegarmi noi abbiamo un movimento giovanile molto quantitativo, ma non altrettanto qualitativo ai livelli alti. Se ne può avere una semplice e veloce riprova consultando le classifiche ITF junior per nazione. L’Italia ha una lista molto lunga e nutrita, forse numericamente inferiore solo alla Russia o agli USA. Sennonché si vedrà poi che entro i primi cento posti (e verso la fine) abbiamo un solo maschio e solo due femmine, peraltro tutti e tre del 1999. Il resto della truppa è addensato ben oltre questa soglia con ingorgo soprattutto nelle posizioni di coda. Mi pare lapalissiano. Comunque questa che segue è la mia sintesi dall’alto al basso circa il torneo girls.

Pieri. Pieri ha ovviamente messo la ciliegina sulla torta della sua carriera junior, dopo aver inseguito per 4 anni una vittoria importante nello junior. È una specie di piccolo Oscar alla carriera. Se lo meritava e se un dio tennistico esiste doveva concederle questa grazia. Tatiana ha fatto a Firenze un percorso netto senza perdere per strada un set, e ha giocato un match bruttino solo contro la insidiosa Oliynykova; anzi ieri ha offerto la sua miglior prestazione nel torneo. Oso dire che una Pieri così concentrata, determinata, lucida e avveduta come ieri può vincere altri tornei under 18 Grade 2 e dire la sua anche in Grade 1 e A, fatto salvo quanto detto sopra. Come ovvio avrebbe solo disco rosso con le top 10-15, anche sedicenni, che magari i giovanili non li fanno più. In proiezione, purtroppo, se non mette su muscoli (di centimetri di altezza non se ne parla), se non aumenta il peso della palla, non acquisisce delle rotazioni e non trova un servizio più efficace, Pieri avrà difficoltà a inserirsi negli ITF Pro. Sennonché dalla sua ha l’astuzia, uno strepitoso gioco di difesa unito al contrattacco, e soprattutto una superiore intelligenza. Ma come ovvio se trova di là dalla rete una che la prende a pallate esce malconcia.

Bilardo e Piccinetti. Pieri e Bilardo, le nostre due migliori junior, debbono ricavare tutto il ricavabile dall’under 18, giacché tra tre mesi o quattro daranno definitivamente addio alla categoria per avventurarsi in pianta stabile nell’ITF Pro. Ci vorrà un bel po’ di tempo per acclimatarsi. Delle due la più pronta sembrerebbe per colpi e per fisicità, e la più attrezzata, Federica Bilardo, ma è vulnerabile nello scambio lungo e nella mobilità. Ribadisco che ieri mi è piaciuto molto come Bilardo ha preso la sconfitta piuttosto netta: era raggiante come se avesse vinto alla fine. L’altra volta che perse, due anni fa, rimase piuttosto abbacchiata e contrariata. Piccinetti, la terza migliore junior, ha invece deluso, da inizio stagione non fa più risultato e si deve ritrovare. Anche all’Open d’Istres, la notizia è di poco fa, è già fuori.

Le sorprese. Sta avanzando nel nostro schieramento Aurora Zantedeschi: non mi ripeto circa la bontà del suo tennis, pur penalizzata da un fisico pesantuccio e poco atletico. Con la Matusova avrebbe perso comunque ma nei minuti in cui è stata in campo le ha tenuto testa. Purtroppo iniziare la carriera junior a diciassette anni pare un po’ tardi, e comunque conviene provare a mettere due o tre marce in più e a fare da oggi allenamenti intensivi e sudati per vedere nel giro di qualche anno dove può arrivare. Sorpresa è anche e soprattutto la Peoni, che digiuna di un anno tiene testa e anche lotta da pari a pari con Matusova che arriva in semifinale.

Le giovanissime. Delle due 2002 che hanno fatto più strada Emma Raducanu (GBR) mi pare abbia più futuro di Clara Tauson (DEN). Quest’ultima ha fatto fuori la tds 1 Jones che ha giocato un match orribile di primo turno e che non credo possa far testo. Tauson ha poi battuto le acerbe Radisic e Zelic, e però fatto quasi scena muta con Bilardo. La biondissima Tauson ha una bella incornata secca di diritto se lasciata giocare ma è ancora indietro per tutto il resto. Emma Raducanu potrebbe invece vincere questo torneo, o fare benissimo, se tornerà l’anno prossimo. Potrebbe diventare anche una reginetta o stellina dello junior nel breve. Eloquenti i suoi primi turni: batte la tds 6 Erjavec e poi infligge una batosta alla nostra Traversi, e porta al terzo, che perde per 6-4, la Matusova. Raducanu che ha dunque solo 15 anni, è una graziosissima fanciulla sorridente dal carnato olivastro e dunque di tipo asiatico, benché abbia misteriosamente un cognome romeno, e parli un perfetto inglese da nativa e abbia ahimè passaporto britannico. Quel che più conta è che è in possesso di un tennis molto naturale, di grande eleganza, armonia e precisione. La potenza verrà. Le 2002 le abbiamo anche noi, ma certo. Noi ci gloriamo di Sacco, Delai e Mariani, coetanee della Raducanu, ma quest’ultima mi pare al momento – ribadisco: al momento – tennisticamente assai più avanti, come testimonia la sua classifica, 296 junior. Sacco vince tutti i Grade 5 che fa e non so se fa bene ad attuare questo avvicinamento molto lento invece di prendere l’ITF junior di petto. Né sto certo sminuendo la prestazione a Firenze di Mariani, di cui si leggano i miei ampi apprezzamenti nei post precedenti a questo. Avendo speso parole di alto ed entusiastico elogio per Lisa Pigato rinvio ancora ai post delle qualificazioni, e mi figuro che il suo valore attuale possa oscillare intorno al 500-400 del ranking junior. Non piccolo merito della Pigato, per quel che conta, è l’aver strappato il più alto numero di giochi alla Bilardo prima della finale, cioè 5, benché quel match di Bilardo sia stato il suo peggiore a Firenze. Dalle qualificazioni segnalo solo, ripetendomi, le belle prove di Gaggini e Rocchetti, su cui ci sarebbe da lavorare perché la stoffa tennistica c’è.

Cocciaretto ingiudicabile. È ancora in fase di rientro e di rodaggio o me lo auguro. Il match che ho visto, pur vittorioso, non è stato del tutto positivo, e stando alle buone prove precedenti del torneo croato ci si attendeva da lei qualcosa di più. Si consiglia molta preparazione atletica. Anche per lei va detto che un anno e passa di inattività purtroppo pesa.

Altre. Alice Amendola ha fatto un buon torneo sinché non ha trovato Bilardo. Essendo anche più alta della Pieri faticava però a rinviare i dirittoni in topspin di Bilardo e non ha trovato il modo sino alla fine del match. Di più mi attendevo da Enola Chiesa, e anche Visentin è piuttosto ferma di rendimento da tempo e cade contro la non eccelsa Schmidt. Del Marco è già paga del main draw, e Mazzola, pur parlottando solo francese con il suo silenziosissimo angolo, si è rivelata una simpatica, per quanto timida, e squisita giocatrice. Carbonaro e Biagianti non molto brillanti. Traversi pure in un momento no, ammutolita dalla Raducanu.

Assenti. Erano iscritte ma si sono via via ritirate altre buone nostre come Rossi, Cappelletti, Ivaldi, Delai, soprattutto Viviani e Maffei. Alcune erano a Cap ma sono scomparse subito di scena, Cap che era un torneo poi più forte di Firenze.

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