Rimaniamo a galla, come Italia, con due quarterfinalists, Forti e Musetti, e con due girls semifinaliste, Bilardo e Pieri: ma la notizia del giorno è che Musetti vince ancora, e fanno tre, e un match molto sofferto, proverbialmente rocambolesco, dopo aver annullato un match point e riacciuffando una partita che pareva ormai compromessa. Tutti i particolari in cronaca.
L’impressione iniziale era che Musetti aveva sì di fronte un assai solido giocatore, il cèco anno 2000 Evzen Holis, già giustiziere di Ramazzotti, ma che fosse come pago e svuotato, meno pimpante e brillante di ieri, meno aggressivo e affamato, o anche esaltato. O un po’ scarico e stanco, sicuramente meno reattivo. È anche vero che un avversario oggi ti può far fare un figurone perché ti mette a tuo agio e ti dà esattamente quella palla di cui hai bisogno; ma domani i tuoi schemi offensivi e difensivi possono risultare del tutto innocui con un diverso tipo di avversario. Holis non è un fenomeno beninteso: un falso magro, esile ma molto veloce, ha un tennis essenziale, persino un po’ rude e sommario, senza rotazioni di sorta o almeno particolarmente accentuate. Riceve tutto con molta disinvoltura, il back sul suo rovescio non lo vellica nemmeno, rimanda alto e sempre lungo e se l’avversario accorcia entra e chiude. La sua prima di servizio è una notevole castagna completamente piatta; la seconda è più debole. È un regolarista tutto sommato: in un’ora e un quarto pochissimi i gratuiti registrati sul taccuino. Un giocatore che richiedeva dunque pazienza. Questa situazione di gioco risultava subito chiara perché Musetti andava rapidamente sotto 3-0 nel primo set. Tutte le strade parevano bloccate perché il suo back di rovescio non dava punti, come ripeto, e il suo diagonale sempre di rovescio coperto finiva il più spesso corto, come del resto il diritto, al che Holis come dicevo veniva avanti e inesorabilmente chiudeva. Il servizio di Musetti non entrava quasi mai e comunque gli dà pochi punti (ed è il colpo su cui più deve lavorare); le discese a rete tentate come mossa della disperazione a volte andavano a punto grazie a una acrobazia, altre volte veniva passato. Altra soluzione tentata era la smorzata, ma neppure quella oggi andava. Sia come sia Musetti per miracolo e con rischi pazzeschi riusciva a impattare 3-3, poi 4-4 e 5-5 con un gioco di controllo, molto meno spinto e perciò dispendioso, con games che finivano quasi tutti ai vantaggi. Musetti è un giocatore che osa ma le tre partite vinte qui le ha vinte amministrando e controllando più che con vincenti a volte scriteriati e velleitari. Annullate ben 3 palle del 6-5 per Holis Musetti ha avuto addirittura una palla del 6-5 a favore ma senza sfruttarla e Holis con la sua freddezza ne ha approfittato per aggiudicarsi il gioco e quello successivo e con esso il primo set.
Il nostro è demoralizzato e sempre più spento e va alla deriva nel secondo. Holis macina gioco senza flessioni, non perdona nulla e si porta con facilità sopra per 5-2 e il match pare finito: ma sentite cosa è accaduto a questo punto. Il cèco, e sembrava impossibile, è improvvisamente un po’ più falloso, o anche stanco e non riprende più tutto agevolmente. Musetti non ha nulla da perdere, si ringalluzzisce, e gli rosicchia due giochi e va 5-4. Nel successivo, in vantaggio per 40-15 Musetti si fa rimontare avendo per due volte accorciato i colpi, e anzi Holis ha un match point a disposizione. Musetti si è ricordato a questo punto della sua spavalderia e lo ha annullato con un schiaffo al volo ad altissimo rischio che è finito esattamente all’incrocio delle righe di fondo. 5-5 da 5-2 contro e non è finita. Il cèco si arrabbia e scaglia la racchetta e Musetti si porta 6-5 e chiude il set a 7-5. Nel terzo è il cèco ad essere demoralizzato, anche se mai veramente domo; Musetti sale comunque a 3-0, si fa rimontare a 3-2, sale a 4-2, e non c’è più storia. Gran bella vittoria ma dunque sul filo del rasoio, e domani altro match non impossibile con quel belga che stava per essere messo sotto da Marson che ci ha perso solo al tiebreak del terzo: quindi abbordabile, ma Musetti avrà ormai pochissime energie residue, soprattutto mentali.
Gli altri: Tortora ha dato tutto e giocato benissimo contro un britannico che gli è superiore, e ha avuto il folto pubblico del centralino tutto per lui: una bella partita, anche tecnica, e che fa comunque grande onore al nostro giocatore (score 6-3 3-6 6-2 a favore di Smith, tds n. 2). Iannaccone fuori: illude e poi cade come spesso di recente. Forti viceversa fa impressione e se continua a giocare così non ce n’è per nessuno. Serve come nessun altro under italiano anche se non saprei dire la velocità che raggiunge la sua prima, e ha migliorato anche i fondamentali e di parecchio e li picchia e angola tutti. Comunque anche per lui vale la regola che molto dipende dall’avversario, e forse i suoi tre battuti erano un po’ deboli.
Nel femminile altro exploit massimamente autoritario della Bilardo che non dà scampo alla tedesca Schmidt. Nessuna pare avere la sua pesantezza e lunghezza di palla, ma vale anche per lei il fatto che ha avuto un tabellone molto in discesa. Io comunque la vedo facilmente in finale perché né la Tauson né la Radisic, che stanno giocando, possono impensierirla.
Nel suo quarto la Pieri ha invece faticato, per non dire penato o anche rischiato grosso con la Oliynykova, russa con passaporto croato. Il punteggio inganna. Diciamo che si è vista poche altre volte una Tatiana così esitante e fallosa, e con un simile braccino. È anche vero che io per primo non avrei scommesso un mezzo dollaro bucato su questa pittoresca e atipica giocatrice con tanto di trippetta e un buon strato adiposo, che invece ha attuato l’unica tattica possibile per vincere con Tatiana a questi livelli: farla diventare attaccante da giocatrice di difesa. Inoltre la croata ha saputo variare il gioco alternando la ricerca del vincente con la smorzata e con il pallonetto. Tatiana sembrava avviata a una passeggiata e infatti conduceva 3-0 nel primo, poi ha avuto un 15’ di passaggio a vuoto che hanno permesso alla croata di impattare. Il 6-3 del primo set non dice di quanto difficile sia stato conquistarlo. Anche nel secondo Tatiana faticava a staccarsi dalla avversaria e ha dovuto sbrogliare situazioni molto pericolose risolte grazie anche ai regali della Oliynykova. 6-2 il secondo set, ma con punti tutti lottati e varie palle break annullate. Un fatto è certo: se domani in semifinale, contro o la Raducanu o la Matusova che stanno giocando, Tatiana gioca come oggi sono dolori.