Home Copertina Lo scettro passa a Musetti

Lo scettro passa a Musetti

by Franco Marucci

   Le mie boutades sono spesso fraintese da genitori, allenatori e addetti, e vengo anche chiamato a rapporto e severamente redarguito. Quindi do qui spiegazioni preventive, anche se odio il farlo. Naturalmente Musetti non ha affatto spodestato Frinzi dalla posizione n. 1 del ranking junior nazionale: ha solo sconfitto oggi un Frinzi lievemente (o, dirà magari lui, molto) sottotono giocando un match spettacolare e spettacoloso. È insomma un episodio, e Frinzi saprà presto prendersi la rivincita e mettere sugli attenti il più giovane rivale. Rimane il fatto che, come si è spesso segnalato su questo Sito e da parecchio tempo, Musetti è il più talentuoso e promettente giocatore del vivaio nazionale.

Non si può che partire dunque dal suo match anche perché si è disputato come primo sul centrale sotto un cielo dapprima imbronciato dopo quattro giorni di sole caldissimo. Ora, a rifletterci erano di fronte due concezioni diametrali del tennis: Frinzi, che non diresti un tennista se lo vedi in borghese, e dunque di taglia del tutto normale, incarna la mente, l’ordine, la cautela, il raziocinio. Musetti è il braccio, l’estro, l’indisciplina, la creatività, l’esuberanza. Proprio perché ha disciplinato questo suo estro notevole, anzi superiore alla norma, che lo porta spesso allo scialo, ovverosia allo spreco, Musetti ha vinto. Un passo avanti rispetto al primo match con l’omone brasiliano, anche perché ha gestito bene i piccoli e brevi passaggi a vuoto e non ha mai perso la calma. Per paradosso l’indisciplinato è finito per diventare Frinzi come vedrete.

Musetti fa subito la partita come si suol dire, e Frinzi imposta gara di contenimento cercando di portare all’errore l’avversario. Ma Musetti si controlla, accetta il palleggio, attende il momento giusto per caricare il vincente e due su tre sfonda. Frinzi cerca allora di rallentare ulteriormente il gioco insistendo col rovescio in back, ma Musetti non abbocca. Anzi certe sue soluzioni mettono alle corde Frinzi e sono state a mio avviso fra le azioni tennistiche per ora più notevoli del torneo. Accusabile di essere discontinuo, Musetti gioca in realtà i primi 30’ da antologia, e si porta rapidamente 4-1 e poi 5-2; poi Frinzi accorcia ma il set si chiude a 6-3. Frinzi accusa il colpo, ha già dato segni di nervosismo, chiede i tre minuti, va in bagno; noi a bordo campo ci si domanda se Musetti durerà, e si osserva che se sarà così Frinzi non avrà scampo. In effetti una timida reazione di Frinzi a inizio set c’è, e si va 1-0 Frinzi; ma subito dopo Musetti riprende la sua marcia trionfale. Musetti pareggia 1-1 con una serie di colpi (smorzata e controsmorzata, pallonetto liftato, tweener) che scatenano l’ovazione. Sul 3-1 a sfavore Frinzi è ormai sull’orlo del crollo, e sul 4-1 prima sbatte la sua fiammante Wilson neroverde con violenza a terra e poi, non contento di averla incrinata, la spezza sulla coscia dome fosse un pezzo di legname da ardere. 6-3 6-1 lo score finale.

Subito dopo altra partita da seguire sullo stesso campo, Tatiana contro una georgiana Makatsaria che ha con sorpresa la sua stessa taglia fisica e gioca un tennis assai aggraziato ed elegante come si vede subito dal palleggio e dalle prime fasi di gioco. Tutte contro Tatiana cercano di affondare i colpi ma per rimetterci: per batterla ci vuole una giocatrice che forse non c’è in questo torneo fiorentino, che abbia una percentuale positiva di vincenti: sul palleggio puro da fondo nessuna la spunta con lei, e chi osa mette fuori o in rete e Tatiana recupera più di quanto non subisca, e rovescia come dicevo ieri le situazioni sfavorevoli in favorevoli. Tutte le sono superiori in termini di colpi e di puri valori tennistici, poche in termini di intelligenza. Anche la georgiana è stata però intelligente perché ha capito che affondando avrebbe perso rapidamente: ha solo allungato l’agonia cercando di palleggiare senza commettere errori. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato però non è cambiato: 6-2 6-1.

Riferire di tutti gli incontri che ho poi anche visto almeno a sprazzi allungherebbe troppo questo resoconto. Potrete controllare anche voi che purtroppo lasciano il torneo Boys Mazza, Trapani, Ortenzi e Zeppieri: quest’ultimo sotto i miei occhi aveva cominciato benissimo poi però lo svizzero Paul ha preso il sopravvento. Succede. Ma il giovane reatino, mancino e 2001, è senz’altro da tenere presente e si farà. A tenere compagnia a Musetti negli ottavi il sorprendente Tortora e i più attesi Iannaccone e Forti. Ne riparleremo, come dell’esordio positivo di Ayeni (stavo per scrivere “alieni”), che stringe la mano in foto al suo avversario.

Nel femminile prova maiuscola di Federica Bilardo che è con Pieri la sola italiana rimasta in gara, e con buone, ottime possibilità di avanzare sino alla finale grazie a un tabellone favorevole. Bilardo ha giocato molto meglio oggi di ieri, soprattutto con il rovescio. Amendola non è riuscita a cercarglielo in modo sistematico e si trovava alle prese con diritti carichi di spin che cadono a pochi cm dalla riga e schizzano alti alti: e Amendola si doveva letteralmente arrampicare su per aria per rinviare. È un colpo questo che farà molto male anche domani e nel prosieguo. Quando le entra Bilardo ha poi una prima di servizio molto potente e difficile da gestire. Piccolo neo la continuità e qualche regalo di troppo. Per me rimane la favorita per la vittoria nel torneo.

Infine Aurora Zantedeschi, la cui situazione mi ha meglio descritto il suo cortesissimo allenatore Damian, argentino, dai bordi del campo. Aurora non si è ripetuta anche perché, come dicevo ieri, l’avversaria slovacca Matusova le ha quasi sempre tolto il tempo di tirare i suoi magnifici colpi. L’errore è stato quello di ingaggiare un braccio di ferro di fendenti da fondo, risolto quasi sempre a vantaggio della slovacca. Urgeva forse alzare, arrotare, rallentare. In un gioco così rapido la maggiore pesantezza di Aurora negli spostamenti, e la sua minore velocità di piedi, ha fatto il resto. Un infortunio alla coscia destra è occorso quando Aurora era sotto 5-4, ma temo che avrebbe finito ugualmente per perdere. Avevo sottovalutato la Matusova solo perché la Peoni, che ha fatto ieri una bellissima partita, ha appunto giocato con maggiori rotazioni e colpi ad uscire della Zantedeschi. Ripeto, guai ad accettare una gara di scambi tesi e rapidi con questa slovacca. La Zantedeschi rimane una piacevolissima scoperta, e se Damian ci lavora sopra i risultati verranno.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.