
Foto Pierocamel
Questo risultato trionfale è già maturato oggi, a due giorni dalla fine del torneo, in quanto Pieri e Bilardo disputeranno la finale del torneo femminile, vinte le loro semifinali, e le due girls hanno pure vinto il torneo di doppio. Peccato che il doppio boys sia stato perso da Frinzi e Forti in finale, e che Musetti abbia terminato la sua bella corsa. Ma con un pizzico di buona sorte possiamo anche puntare alla vittoria nel torneo maschile, perché Forti ha superato i quarti e domani si gioca l’ingresso in finale in un torneo molto equilibrato, che non ha a mio avviso un vero favorito che si stacca di netto sugli altri tre semifinalisti. Come dire: se fosse vero, un risultato superiore a quello già roseo dell’anno scorso, con Balzerani e Samsonova in trionfo.
In mattinata i primi incontri erano le due semifinali girls, e dei due match ho preferito assistere a quello di Pieri contro Matusova, sia perché tifo e tiferò cavallerescamente per lei lunedì, sia perché l’incontro mi pareva delicato e aperto, sia perché ritenevo Bilardo nettamente favorita contro la promettente ma ancora acerba danese Tauson, una sedicenne. A riprova Bilardo ha sterminato la danese lasciandole tre giochi, e ha chiuso il suo match quando era a mala pena finito il primo set di Pieri-Matusova.
I pericoli per Tatiana provenivano da due constatazioni: ieri ha giocato un match preoccupante, o meno convincente del solito, contro una modestissima avversaria e ha vinto con qualche palpitazione. La Matusova è inoltre una slovacca non molto alta, ma soda e potente eppur mobile, e soprattutto completa, che serve forte e bene prima e seconda, spinge da fondo, inquadra il campo, smorza e chiude anche a rete. Oltretutto è giocatrice coriacea, mai doma, e che non molla sino all’ultimo punto. Come classifica lei e Tatiana non sono neanche tanto distanti. E sono coetanee. È anche vero che Matusova ha vinto nei turni precedenti ma non stravinto, e che la Peoni rientrante ha ceduto solo 6-4 6-4 e la stessa Zantedeschi le ha tenuto testa per una buona mezzora prima dell’infortunio; e che ieri Matusova ha superato ma con tanta fatica la pure sedicenne Raducanu: ma di questa ultima giocatrice sentirete riparlare nel mio consueto “come usciamo da Firenze” alla fine del torneo. Dunque io almeno stavo un po’ in apprensione.
Il match di stamattina dunque: da principio Matusova vuole fare gara di attacco e Pieri cerca di tenere basso il ritmo e rallentare, e di allungare lo scambio in attesa dell’errore. Due o tre attacchi fuori e altre soluzioni di forza fallite convincono Matusova che è meglio ragionare e cercare di palleggiare a lungo prima di piazzare il vincente. Di fatto Matusova sbaglia pochissimo, varia i colpi, va a segno con qualche smorzata, e in un clima di grande equilibrio si arriva sino al 3-2 Pieri. Qui Tatiana allunga e si procura due setpoints sul 5-2 che fallisce, permettendo alla Matusova di risalire a 5-3. Il set viene pero’ intascato da Pieri nel gioco seguente. Tutt’altro che smontata la Matusova va in testa nel secondo per 2-0 su una Pieri leggermente disunita che subisce e anche sciupa. Matusova alza il ritmo e rischia di più, issandosi pericolosamente fino a 3-0, ma di qui in avanti si affievolisce pur senza mai uscire di partita. Inesorabile Pieri risale e infila ben 4 giochi in a row e rimontata sul 4-4 mette infine a segno i due successivi giochi chiudendo il match per 6-3 6-4. Prova decisamente convincente di Tatiana che ha fugato ogni sospetto, e che lunedì può giocarsela contro Bilardo, che a mio avviso è però favorita per la vittoria nel torneo. Il doppio è stato vinto con facilità irrisoria e il minimo sforzo dalle due nostre sulla acerba coppia croato-bosniaca Berberovic-Zelic.
Il nostro superstite in semifinali è il forlivese Forti, lo spilungone Forti dal servizio al fulmicotone. Vince alla fine in tre set contro lo svizzero Paul che aveva cominciato assai bene e poi è andato calando ed è stato rimontato. Come dicevo ieri l’impressione che fa un giocatore dipende dai suoi avversari: Paul è un fondocampista molto solido e soprattutto profondo, laddove Forti è serviziodipendente e, se gli viene a mancare questa arma, sul palleggio finisce per andare corto e per perdere campo. Proprio perciò non dovrebbe ostinarsi a fare il braccio di ferro con l’avversario ma ogni tanto prendere tempo, rallentare e cercare sempre la lunghezza. Inoltre uno come lui dovrebbe venire a rete più spesso, e invece il suo gioco di volo è piuttosto incerto. Come dicevo quello che ha Forti potrebbe comunque bastare visto il livello non trascendentale degli altri semifinalisti.
Musetti va comunque elogiato, anche se oggi poteva ripetersi e centrare la semifinale e ha reso ancora al di sotto delle sue possibilità: il bravo Von der Schulenburg proveniva addirittura dalle qualificazioni, ed è un giocatore mobile eppur anche discretamente potente che però sin qui ha vinto anche match fortunosi (come quello contro il nostro Marson) ed era alla portata del Musetti visto contro il brasiliano il primo giorno e di quello contro Frinzi, il suo match capolavoro. A 15 anni si può soffrire la tensione di un torneo importante mai giocato prima e ci si può sentire scarichi di energie soprattutto mentali. Di fatto oggi Musetti poteva o vincere o prolungare comunque il match: aveva in pugno il primo set, trovandosi prima 5-4 e poi 6-5; perso in malo modo il tiebreak è andato alla deriva e ipotizzavo un 6-0 nel secondo. Sennonché sul 4-1 lo svizzero calava e per la prima volta commetteva dei gratuiti e Musetti dava il tutto per tutto con l’ultima boccata di ossigeno. Si ripeteva il 5-2 di ieri e Musetti applauditissimo poteva anche credere o farci credere in una fantastica rimonta: illusione, lo svizzero ha poi chiuso il set a 6-3.
Forse altri quindicenni in tempi lontani hanno raggiunto i quarti a Firenze, nessuno di recente che io ricordi. Vista la penuria di giocatori di vertice italiani nel prossimo futuro, teniamoci stretti Musetti, che ha i seguenti compiti a casa da fare nei prossimi mesi: alzare le percentuali di prime servizio e renderle più incisive: dal servizio ottiene ancora troppo poco; aumentare la sicurezza nel palleggio e mettere più peso nei suo affondi. Il rovescio è molto bello sia in back che coperto, ma gli approcci sono spesso e volentieri fuori addirittura di metri. In pratica Musetti fa spesso i suoi punti con acrobazie apprezzatissime dal pubblico e prendendosi rischi pazzeschi: e cioè non sempre gli va bene.