Il mio titolo ricalca quello di una nota, spassosissima commedia di Oscar Wilde… e me ne servo e lo parafraso per fare un discorsetto introduttivo di carattere teorico, per poi andare a finire inevitabilmente sugli US Junior.
Mi pare sia accettabile dire che l’eccellenza tennistica si ottiene quando sono pari al massimo, dieci su un range da zero e dieci, essenzialmente tre parametri: fisico+braccio+testa. Fin qui tutto lapalissiano. Nel primo termine rientrano: statura adeguata, muscolatura, potenza, leve mediolunghe, arti proporzionati. Un valore altrettanto pertinente è la tenuta alla distanza. Nel secondo termine: naturale predisposizione al tennis, colpi ben fatti, il cosiddetto dare del tu alla pallina… Nel terzo parametro stanno la grinta, la combattività, la visione di gioco, l’intelligenza tattica, il dominio del match, la cattiveria. Chi possiede 30, ovvero dieci decimi di questi tre valori, è un campione o anche un campionissimo. Negli esami oculistici qualcuno è a volte accreditato di undici decimi di vista: ecco perché Federer è il più grande della storia perché persino eccede e anche di parecchio questo massimo. Ha la statura ideale, la proporzione degli arti, la necessaria potenza, e anche la longevità, col valore aggiunto, e aggiunto recentemente, della tenuta alla distanza (sta vincendo un sacco di match al quinto a 36 anni). Il braccio? Chi ha più braccio di Federer negli ultimi tempi? La testa? È appunto uno svizzero e se ne intende di orologi.
Che c’entra tutto questo con l’importanza dei buoni maestri? Come ovvio tutti e tre questi parametri sono doni di natura, ma sulla tecnica dei colpi, anche senza dieci decimi di braccio, si può lavorare. I colpi si possono migliorare e si possono rendere più efficaci. Avere un bagaglio tecnico registrato è appunto una conditio sine qua non per migliorare. Dove voglio andare a parare è che buoni e quotati allenatori, spesso anche molto costosi, fanno fare subito, o abbastanza spesso, passi avanti a giocatori che continuano ad allenarsi in casa propria e rimangono stazionari anche per limiti tecnici. In altre parole: non tutti gli allenatori sono uguali e sanno di tennis allo stesso modo. I giovani nostri devono muoversi da casa e provare a vedere cosa realizzano in accademie accreditate o con allenatori affermati. Chi, ahimè, continua a vita ad avere come allenatore il proprio padre, è difficile che progredisca. E, nuovamente, tutto lapalissiano.
Esempi: io Shapovalov lo avevo da tempo scoperto e annunciato su questo Sito. Mi pare un Federer mancino che ha quei parametri di cui sopra vicini ai valori massimi: forse ogni tanto gli scappa di mano il match, e quindi ha per ora meno testa, ma ha anche solo 18 anni. Per riatterrare sul nostro patrimonio, vi sono fior di giocatori maschi dai 15 ai 18 nostrani che giocano mediamente bene a tennis ma nessuno benissimo e baciato da gran braccio. Si prenda Quinzi. Ma non sono così ferrato sul maschile. Nel femminile è abbastanza paradossale, è tutto dire, che le due giocatrici junior più dotate a me note siano Federica Rossi e Aurora Zantedeschi. Entrambe sanno fare veramente tutto con la racchetta e hanno il più alto quoziente di braccio, per quanto siano entrambe carenti di fisico e anche di testa tennistica. Ergo sono un po’ e anche molto dietro nel ranking e vincono poco.
Gli Us Junior stanno verificando più o meno quanto sono venuto dicendo. Fermo restando che sono tempi di vacche magre per lo Junior italiano, va reso comunque onore alla superstite Cocciaretto, chiamata tra poche ore a un match della verità contro Rybakina. Tommy Hemp mi confida che il match è aperto più che non dica il palmarés sontuoso della russa. Cocciaretto che ha dieci e anche più di testa ma a cui manca qualcosa sul piano del braccio e del fisico. Avesse più braccio e più fisico avremmo anche noi la campionessa. In sede di precoce bilancio si deve peraltro notare la quantità straordinaria di giovani Junior che l’America del nord, Canada e Usa, stanno immettendo nei tornei. Perché? Hanno del gran bel materiale umano ma anche, presumo, degli ottimi allenatori. Ieri ci stupivamo per Osuigwe e Liu, oggi siamo a parlare della tredicenne Gauff, che siamo orgogliosi, noi di TUW, di avere nuntiato vobis. Se questa non si fa male al mignolo della mano sinistra crescendo, è la nuova Venus Williams. In semi vedo Gauff-Rybakina e Anisimova-Bolton.
Quanto ai maschi io mi attendevo di più da Musetti, che alcuni danno per pimpante e in progresso mentre a me sembra che dopo una primavera di gloria sia venuto calando. Ha perso da un qualsiasi Nanda in quali là a New York. Musetti ha i due fondamentali buoni, non tiene molto alla distanza e perde spesso al terzo, per non dire crolla, ed è ancora acerbo mentalmente. Direi però che ha subito bisogno di un esperto allenatore che gli modifichi il servizio, il cui movimento è talmente insolito e arzigogolato che è necessario intervenire prima che si fossilizzi e diventi una penalità anziché un asset.
Sul piano dei tornei di casa nostra ITF Women, la mia teoria è verificata dalla recente vittoria a un 15 mila di Sion di Susan Bandecchi, svizzera pisana, che racimolava nulla ai giovanili e ora, allenata da Laura Golarsa, comincia a marciare come si deve. Sono anche in pieno svolgimento i nazionali Under. A me non dispiacciono, è una bella rassegna e fa conoscere e “quota” molti giocatori e giocatrici. Alcuni e alcune invece li snobbano. Ne riparleremo.