
Lo scorso anno avevo documentato su queste pagine la grande crescita di Lorenzo Musetti visto dal vivo a Salsomaggiore vincere il torneo molto facilmente e, devo dire senza dover fare troppe previsioni azzardate, avevo prospettato sicuri successi, e poi, come tutti sappiamo, è andato ben oltre tutte le più rosse previsioni con la vittoria agli Australian Open, il numero 2 al mondo tra i junior e le belle figure che sta facendo anche tra i professionisti, primo 2002 a vincere una partita nei Challenger ad esempio.
Quest’anno torno a Salsomaggiore nel giorno delle semifinali con meno aspettative rispetto all’anno precedente, anche perchè il torneo ha perso, prima ancora di partire una serie di giocatori e giocatrici che si sono ritirati preferendo saltare questo appuntamento e poi Eleonora Alvisi, fermata la settimana precedente da un infortunio.
Arrivo al Tennis Club, in una giornata, per fortuna graziata dalla pioggia, in una settimana che sembra tutto tranne che primaverile. Ho perso la prima semifinale maschile, appena terminata al mio arrivo con la vittoria di Francesco Passaro, che ha superato in tre combattuti set Samuel Vincent Ruggeri e hanno appena iniziato la propria semifinale sul campo centrale Flavio Cobolli, opposto al giapponese del 2003 Shintaro Mochizuki e sul campo numero 1 Federica Rossi opposta alla spagnola Carlota Martinez Cirez.
Vado a vedere Federica Rossi, una ragazza seria che si impegna molto, da cui ci si aspetta sempre, ormai da parecchi anni il salto di qualità che sembra essere sempre molto vicino ma che non arriva mai.
Anche lo scorso anno l’avevo vista perdere in semifinale da una russa, giocando maluccio e purtroppo, l’inizio del match di quest’anno non sembra andare meglio, anzi tutt’altro. La partita è un susseguirsi di lunghi scambi da fondo campo con la nostra che alla fine sbaglia prima della regolatrice spagnola, che non fa niente di particolare, pochissimi vincenti, ma butta sempre la palla dall’altra parte della rete. Le poche variazioni di gioco provate da Federica non hanno alcun effetto se non quello di aumentare gli errori non forzati. Il primo set vola via con poche emozioni con un perentorio 6-1 per la spagnola.
Un po’ deluso mi sposto sul centrale per vedere Flavio Cobolli che vince il primo set per 6-4 contro il giapponese, un ragazzo non molto alto, mancino, che sta mostrando forse il gioco più divertente della giornata con buone variazioni, ma che ha evidenti limiti nel servizio e nella potenza, limitata dallo sviluppo fisico. Cobolli parte bene anche nel secondo set, la partita sembra scivolare velocemente via favorevolmente per l’italiano e allora torneo sul campo numero 1 per vedere se Federica Rossi riesce a riportare il match dalla sua parte.
In parte ci riesce, il match è più equilibrato, non è certo bello o divertente, soliti lunghi scambi da fondo con gli errori finali che si alternano. Al momento decisivo del set, sul 4-4 però la spagnola riesce a giocare meglio, sbagliare meno e chiude il match per 6-1 6-4, lasciando ancora una volta la sensazione che Federica Rossi potrebbe giocare molto meglio e soprattutto vincere molto di più.
Torno sul centrale mi compiaccio di essere arrivato al momento giusto per vedere la fine del match con Cobolli avanti 6-4 5-2 a due palle dal chiudere la partita, ma da questo momento in poi, per quasi altre due ore inizierà una incredibile gara a chi ha più paura di vincere con una serie di incredibili errori nei momenti decisivi.
Cobolli è bravino, gioca bene in tutti i fondamentali, ha problemi sulla seconda di servizio quando non entra la prima, non tira forse fortissimo, comunque più forte e profondo del giapponese, ma evidentemente deve cercare di controllare l’ansia quando è vicino a chiudere la partita. Sul 5-2 appunto a proprio favore si è letteralmente bloccato facendo una serie di errori incredibili e perdendo quattro giochi consecutivi.
Sul 6-5 per Mochizuki il set (e forse il match) sembra ormai girato definitivamente a favore del giapponese, ma questa volta è il giovane nipponico che viene preso dall’ansia di concludere la partita e sbaglia una serie di colpi molto facili, portando Cobolli al tie break. Un bel vincente di Cobolli lascia pensare che finalmente si si ripreso e possa chiudere la partita. Niente da fare, ancora errori non forzati in sequenza e Mochizuki chiude il tie break per 7 punti a 2. Si va al terzo.
Ogni gioco sembra non voler mai finire, scambi lunghi spesso conclusi con errori, i giocatori sono anche (ragionevolmente) stanchi, visto che hanno superato le due ore di gioco. Equilibrio fino al 4-4, poi 5-4 per Mochizuki e servizio Cobolli. Tre errori e il giapponese di trova sullo 0-40 a proprio favore con tre match point consecutivi a disposizione. Sulla risposta al servizio scende a rete in modo scriteriato con l’evidente ansia di chiudere il match e viene passato. Primo match point annullato. Sul secondo match point il giapponese riesce a giocare bene, lungo, e guadagna la reta questa volta spostando Cobolli fuori dal campo, ma, proprio nel momento più importante, Flavio tira fuori un passante di grande difficoltà e annulla anche il match point numero 2. Il terzo si consuma con un erroraccio del giapponese evidentemente demoralizzato. Match girato per Cobolli? Niente affatto. Errore del nostro e quarto match point ancora sprecato dal giapponese banalmente. Alla fine Cobolli vince il game e l’inerzia della partita va avanti con molti errori fino al tie break decisivo che, con i giocati ormai stremati dalle oltre tre ore di gioco, viene vinto da Flavio Cobolli che alla fine sbaglia meno dell’avversario e chiude per 7 punti a 3.
La lunghezza della partita tra Cobolli e Mochizuki ha fatto stravolgere l’ordine di gioco e hanno deciso di far anticipare sul campo numero 1, la finale del doppio maschile che doveva chiudere il programma dopo la seconda semifinale femminile e il doppio femminile. In attesa quindi di vedere il match che aspettavo con maggiore curiosità, tra Sara Ziodato e la russa Alina Charaeva, mi sposto a vedere il doppio maschile, che alla fine risulterà la partita più divertente che ho visto.
Arrivo con Samuel Ruggeri e Francesco Maestrelli che hanno appena vinto il primo set contro gli americani Grant e Zink. I quattro in campi sono doppisti veri, coppie affiatate, chiamano schemi ad ogni scambio, ci sono tanti scambi al volo, partita decisamente divertente e veloce.
Vedere questo incontro mi ha anche fatto riconsiderare anche le nuove regole del doppio juniores, che non mi piacevano, si gioca con il deciding point sul 40 pari, chi vince il punto ha vinto il gioco e al terzo set si fa il super tie-braeak ai 10 punti. Certo è quasi un altro sport rispetto al tennis tradizionale ma lo spettacolo e le emozioni ne giovano parecchio.
La partita è equilibrata, gli americani vincono il secondo set con lo stesso 6-4 che avevano subito nella prima partita e allora, pur essendo iniziata la semifinale femminile sul campo centrale, decido di vedere anche il super tie break finale, molto equilibrato e ben giocato da entrambe le coppie, ma alla fine vince l’esperienza degli americani che chiudono per 7 giochi a 3.
Arrivo sul centrale quando Sara Ziodato chiude il primo set a proprio favore con il punteggio di 6 giochi a 4. La partita non è bella, anzi è bruttina, sono giocatrici molto simili, un bel fisico possente, molto alte, tirano più forte della media, ma sbagliano tanto, tantissimo, gli errori non forzati, da entrambi le parti, superano di gran lunga i vincenti.
Il secondo set va aventi tra un errore e l’altro con la russa che però sbaglia di meno dell’italiana e alla fine chiude per 6-2 e si va al terzo e decisivo set. Equilibri sino al 3-3, ma alla fine la russa alza leggermente il livello di gioco e dei vincenti quel tanto che le basta per fare il break decisivo e chiudere sul punteggio di 6 giochi a 3 a favore di Alina Charaeva.
Come dicevo ero molto curioso di vedere giocare, per la prima volta, Sara Ziodato, la rivelazione italiana di questo 2019, con la vittoria in un J2 in Ucraina e la recente finale di Firenze. Ribadisco che ieri non ha giocato bene, ha sbagliato tanto, ma comunque mi ha lasciato l’impressione di avere ampi margini di miglioramento. Ha altezza e fisico ben più rilevanti della media delle ragazze italiane e sappiamo quanto conti nel tennis moderno la potenza e il fisico. Serve forte, anche se fa tanti doppi falli, ma ci si può lavorare, deve migliorare le variazioni di ritmo e cercare altre soluzioni al tirare forte sempre e comunque, ma credo che nel prossimo futuro possa farci altre soddisfazioni.
Ormai è tardo pomeriggio, resta ancora la finale del doppio femminile che non si poteva giocare prima perché vedeva impegnata ancora la Charaeva, che in coppia con la slovena Ziva Falkner, quando ormai sono tornato a casa, hanno superato le nostre Matilde Mariani e Matilde Paoletti per 6-4 2-6 10-7.