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Musetti ha perso, viva Musetti !!!

by Paolo Angella

Musetti nella premiazione agli US Open 2018

Il nostro Tom vi ha già raccontato la finale degli US Open Junior con la vittoria del brasiliano Thiago Seyboth Wild che ha chiuso con il punteggio di 6-1 2-6 6-2 nei confronti del nostro Lorenzo Musetti, che comunque ha ben figurato, dopo un torneo straordinario che l’ha portato ad arrivare in finale (oltre che in semifinale di doppio, giocato in coppia con l’altro italiano Giulio Zeppieri), superando avversari di livello come gli americani Kingsley e Brooksby, il francese Cazaux e il polacco Michalski e soprattutto mostrando un gioco completo in tutti i fondamentali, scelte tattiche vincenti e capacità di variare il gioco a seconda della situazione e degli avversari.

Nella nuova classifica ufficiale ITF uscita poco fa, Lorenzo Musetti è al numero 5 del ranking con 1668 punti, tantissimi, e soprattutto nettamente avanti a tutti gli altri suoi coetanei. Il prossimo 1 gennaio, quando usciranno dal ranking tutti i nati nel 2000, Musetti è praticamente certo di essere al numero 2 del ranking mondiale, dietro (di molto, a dire il vero) il giocatore di Taiwan, Tseng, che ha vinto Roland Garros e Wimbledon quest’anno oltre ad aver giocato la  finale agli Australian Open e la semifinale agli Us Open, ma davanti a tutti gli altri 2001 e 2002.

Il secondo 2002 in classifica è il ceco Dalibor Svrcina, da alcuni anni considerato come il migliore della propria annata assieme appunto a Musetti, che però lo ha battuto in almeno due occasioni. Svrcina è attualmente alla posizione numero 30, distaccato di un abisso da Lorenzo, quasi 800 punti. Dietro di loro, tra i 2002, ci sono i francesi Cazaux e Mayot, il brasiliano Rodrigues e un cinese, e poi basta nei primi 100 del ranking attuale: tutto questo per dimostrare la grande precocità tennistica di Musetti e la portata dell’impresa che questo ragazzo di Carrara è riuscito a compiere.

Altri numeri interessanti. Erano esattamente 28 anni che un italiano non raggiungeva la finale degli Us Open Junior, allora ci era riuscito Andrea Gaudenzi. Da allora ci hanno provato un centinaio di giocatori e nessuno ci era riuscito. Ad essere arrivati così in alto in classifica a soli 16 anni, senza andare troppo indietro negli anni, perché prima i tennisti arrivavano più precocemente al professionismo, ci sono riusciti Felix Auger-Aliassime e soprattutto Alexander Zverev, che è uno che di strada ne ha fatta tanta e rapidamente.

Il cammino è è ancora lungo, lo sappiamo tutti e sicuramente lo sanno i suoi allenatori e la sua famiglia, oltre che Lorenzo stesso. Ci saranno momenti difficili e ostacoli improvvisi, ma senza dubbio, tutte le persone che gli stanno attorno saranno capaci di consigliarlo e guidarlo al meglio verso le scelte più corrette per la sua crescita come tennista e come uomo.

    Papà Francesco e mamma Sabrina sono persone splendide, avranno ben ragione di essere orgogliosi sentendosi nominare nelle tante interviste che in questi giorni Lorenzo ha concesso a Super Tennis. Quando ha detto al microfono dell’intervistatrice ufficiale che i suoi idoli tennisti sono stati Roger Federer e suo padre Francesco, forse ha pure un filino esagerato; ma è giusto considerare che dietro un grande sportivo, forse ancora di più un tennista, che pratica uno sport individuale, c’è sempre una grande famiglia che lo deve seguire nell’ombra, senza intromettersi nelle scelte,  ma facendo capire al proprio ragazzo (a 16 anni sono e devono essere ancora ragazzi) che nel momento del bisogno loro ci saranno sempre.

   Il suo allenatore storico Simone Tartarini lo segue da sempre e ne conosce meglio di qualsiasi altro al mondo pregi e difetti. Se Musetti è arrivato fino qua non c’è ombra di dubbio che gran parte del merito sia di Tartarini, che ha già dimostrato (quindi è inutile chiederlo per il futuro) di essere pronto anche a farsi un tantino da parte e permettere la collaborazione tecnica di altri soggetti, come i tecnici federali che ovviamente sperano di trovare un futuro campione che possa rilanciare l’immagine del tennis italiano nel mondo e come ai tecnici dello staff di Mouratoglou, che sta collaborando con Tartarini per affinare la tecnica di Lorenzo. Del resto se Patrick Mouratoglou ha cercato la collaborazione con Musetti non è certo per caso o per pura generosità,  ma perché vede in lui un futuro campione su cui investire e, certamente, è il suo lavoro, su cui fare lauti guadagni.

  Insomma le premesse ci sono tutte affinchè la strada verso il successo nel mondo professionistico, quello che conta, sia quella che hanno intrapreso Lorenzo e il suo team. Piccoli fuoripista ci potranno essere ma l’importante sarà sempre focalizzarsi sugli obiettivi principali a cui potranno arrivare, non so in quanti anni, ma che paiono comunque alla portata.

Infine qualche doverosa parola sul resto del movimento tennistico italiano, che sta dando piccoli ma importanti segnali di crescita. Agli US Open, tra main draw e qualificazioni abbiamo portato sei ragazzi e sei ragazze, un record che non si  registrava  da moltissimi anni. È vero che nel tabellone principale sono arrivati solo Musetti e Zeppieri tra i maschi e la Cocciaretto tra le femmine, ma certamente qualcosa si sta muovendo tra i 2001-2002 e 2003, alcuni dei quali sembrano essere veramente ottimi prospetti.

Ne cito solo uno, Luca Nardi, classe 2003, che ieri ha vinto un torneo di grado 2 in Repubblica Ceca, tra l’altro superando in semifinale il danese Rune, il migliore al mondo nel ranking tra i nati nel 2003. Oggi Nardi è arrivato alla posizione numero 147, a gennaio dovrebbe essere in top 100, garantendosi, di fatto, la partecipazioni agli Australian Open, non male a 15 anni. Anche tra le ragazze del 2003  parecchie stanno facendo bene: oltre a Lisa Pigato, di cui abbiamo già parlato, c’è ad esempio  Eleonora Alvisi, imbattuta praticamente da tre mesi, due ITF G4 vinti, titolo italiano under 16 (con un anno di anticipo) e vittorie con il proprio club e con la nazionale.

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