A Federica Sacco sono mancati ieri solo tre punti, anche concedendone magari uno all’avversaria, dunque un piccolo parziale di 3 a 1, per approdare alle semifinali del City of Florence. Alla napoletana viene da dire: mannaggia. Era cioè in vantaggio di un set e stava 6 pari nel secondo, tiebreak in corso, 4 pari. Perso il tiebreak a 4, il terzo non ha avuto storia, e si è chiuso 6-2 a suo sfavore. Illusione Sacco per tre motivi: Sacco stava rovesciando il pronostico essendo, anche se solo di poco, sotto in classifica rispetto all’avversaria, e aveva il match in mano; e non aveva incantato nei precedenti match. Soprattutto illusione Sacco perché un eventuale appassionato non presente al match, e che si fosse affidato alle risorse digitali, mentre trovava il risultato giusto sul live score del CT Firenze, per un’ora leggeva un esito contrario sul tabellone online del Sito ITF, dove Sacco era data vincitrice. Tutto è tornato presto a posto, ma ciò era come sintomatico del wishful thinking di noi italiani. Una Sacco in semifinale avrebbe riaperto il discorso sulla possibilità di un’italiana di vincere il torneo, sebbene poche speranze rimangono a tutte di battere la Tauson, che deve ancora cedere un set. Ma nel tennis mai dire mai, come ha dimostrato la Falkner, che sospettavo, come poi è stato, potesse impensierire la Peoni nel match degli ottavi, anche se non batterla. Falkner, 2002, che ha lo sguardo torvo, sinistro e letale del match winner. E Peoni che ha giocato un torneo sotto tono e dalla quale insomma ci si aspettava molto di più. E Falkner, lo dico adesso, che è appunto la giustiziera della Sacco. Si chiama Ziva, ma non è una diva, ed è slovena.
Guardando al main draw girl e alle semifinali di oggi, abbiamo Tauson-Falkner e Frayman-Molinaro. E si deve parlare ora di queste ultime due. Metto Frayman in foto di copertina (e foto di Piero Camel) perché ne ho parlato poco e anche perché farà piacere a un suo tifoso che me lo chiede da tempo e stravede per lei. La giovanissima russa pare si alleni a Carrara dal maestro di Musetti, e ho sentito anche che parla un discreto italiano. È nata forse là una piccola accademia internazionale. Frayman ha sofferto relativamente negli ottavi con Isa Zade, ma ieri ha liquidato perentoria una danese, però testa di serie n. 7. Pur con tutta la simpatia per la Frayman, penso che la Molinaro sia largamente favorita contro di lei. Non andrebbe dimenticato che la Molinaro ha sì disertato questo torneo l’anno scorso, ma è con questa alla sua terza partecipazione. Questo torneo lo vuole insomma vincere prima di lasciare la categoria, avendo fatto suo Prato lo scorso anno. Ritenendomi indegnamente un annalista di questo torneo fiorentino ricordo che nelle due precedenti apparizioni la Molinaro, allora accompagnata dal padre italianissimo, si segnalò già da quindicenne battendo la Visentin, poi uscendo presto, e un anno dopo sconfiggendo sul campo 4 niente di meno che Tatiana Pieri sia pure di misura: chi rovista questo Sito troverà i miei post relativi. A proposito di Tatiana, un po’ di amarcord: Tatiana ha perso tre giorni fa a SM di Pula, 25 mila in qualificazioni, dalla Juvan per 6-4 7-5. Pressappoco con lo stesso punteggio Tatiana perse tre anni fa sempre sul campo 4 praticamente facendo conoscere Kaja Juvan agli addetti. Riassumo il ruolino di Tatiana a Firenze, e sarei sicuro di dire che è per ora la giocatrice che ha il più alto numero di partecipazioni nella storia del torneo, quattro: 2013 fuori al primo turno contro la romena Christian campo 7; 2014 fuori al primo turno contro Schmiedlova campo 4; 2015 fuori al secondo o terzo contro Juvan campo 4; 2016 fuori contro Molinaro campo 4; 2017 vittoria del torneo.
Oggi forse pioverà abbondantemente e i due quarti maschili saranno rinviati a domani con conseguente disputa di una semifinale nello stesso giorno. Peccato. Musetti è opposto a Palan, che ha già faticato per aver ragione del simpatico Cobolli. Sotto i due semifinalisti sono Zima e Glinka. Mi frego le mani una volta di più constatando, con le mie capacità predittive, che ho segnalato l’uno e soprattutto l’altro sin dalle prime battute del torneo. Glinka estone è un pericolo potenziale, perché giocatore forte di fisico e molto veloce che ruba il tempo all’avversario, e aggredisce con un servizio molto profondo e insidioso e soprattutto con un gran rovescio offensivo a una mano. Ma alla luce dei dati e dei risultati quasi tutti i match del maschile sono imprevedibili e combattuti, e non mi stupirei se in questa semifinale vincesse Zima.