Marson unico reduce

by Franco Marucci

   Uomo di poca fede quale sono (beninteso sulle prospettive del tennis italiano) avevo dato ieri un quadro apocalittico delle situazione combinando, sconfortato, i risultati del torneo romano con quelli di Santa Croce: sono ovviamente contentissimo di aver tirato una gufata contraria circa Fognini: ma non mi rassegno, e Murray quest’anno non ingrana e ha raccolto molto poco sinora. Fognini è in un bel momento tennistico indubbiamente, e di gran “confidenza”, sennonché si tratta di un solo giocatore in serie positiva che abbiamo nel panorama, e quindi in termini di movimento tennistico tutto è come prima. Nel frattempo il torneo di Santa Croce è una lenta gara ad eliminazione degli italiani: ieri due e oggi uno solo rimasto. Ma è comunque bene che questo rimasto sia Marson, che da due mesi e passa è sulla breccia e ha collezionato buoni risultati quasi ovunque, fra i quali questo di Santa Croce è fra quelli più di spicco. Il torneo viaggia ora verso i quarti ed emergono giornalmente giocatori pittoreschi che hanno dietro una storia  curiosa. Volentieri posto questo comunicato di Marco Massetani centrato su uno di questi, che vedete in foto.

Negli ottavi di finale del Torneo under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini l’Italia si aggrappa strenuamente a Guido Marson, ultimo reduce della pattuglia azzurra a tre giorni dal termine della manifestazione, con la stessa tenacia con cui Guido Marson si aggrappa al proprio match contro il francese Dan Added, settima testa di serie e numero 38 delle classifiche mondiali. La vittoria più importante della giovane carriera del triestino arriva dopo due ore e cinquantanove minuti di gioco e un epilogo sportivamente drammatico, con entrambi i contendenti piegati dai crampi quasi impossibilitati a stare in piedi. E Guido ha avuto il merito di essere stato l’ultimo ad arrendersi… “Alla fine è diventata una sfida a eliminazione, sia io che l’avversario eravamo in grossa difficoltà fisica: per fortuna ho avuto qualcosa in più e sono stato bravo a chiudere evitando il tie-break finale”. E’ eliminato invece l’unico altro azzurro di scena oggi, il molisano Federico Iannaccone, che dopo l’impresa di ieri contro la testa di serie numero 2, il francese Constantin Bittoun Kouzmine, si è arreso al russo Timofey Skatov per 61 63.

In controtendenza rispetto al passato, gli Stati Uniti sono assoluti protagonisti di questa edizione degli Internazionali. Nei trentanove anni di torneo, la nazione più influente al mondo e uno dei movimenti tennistici più vincenti della storia della racchetta hanno sempre digerito con enorme fatica il passaggio all’argilla dei campi del Cerri. Un eventuale successo nell’edizione in corso sarebbe un evento storico: dal 1979 nessun tennista statunitense hai mai vinto il “Città di Santa Croce” e soltanto due giocatrici hanno raggiunto la finale, nel 2001 l’hawaiana Cory Avants e nel 2016 Catherine “Cici” Bellis, fenomeno classe 1999 attuale numero 53 delle classifiche mondiali. La spedizione a stelle e strisce punta soprattutto sul numero 4 Danny Thomas, un autentico fenomeno dotato di un’accelerazione atomica. Impressionante la somiglianza con Donald Young, soprannominato “Black Messiah” e considerato il bimbo-prodigio più forte di tutti i tempi, che in età adulta non ha mantenuto le enormi aspettative nei suoi confronti: stesso schema mancino servizio-diritto a velocità supersoniche, esplosività fisica innata, ma anche una discontinuità da limare: come nel primo set contro l’australiano Bernard Nkomba, perso per 64 prima di una irresistibile rimonta per 62 61.

Oltre a Thomas ben quattro ragazze statunitensi erano approdate agli ottavi di finale, e per tre di loro si è spianata la strada dei quarti: Elysia Bolton (63 16 76 sulla cilena Labrana), Victoria Flores (63 61 sulla slovacca Matsuova) e Ann Li (26 76 60 sulla tedesca Siemers).

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