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Jannik Sinner e la tradizione tennistica altoatesina

by Franco Marucci

D’accordo, come si poteva immaginare Jannik Sinner ha perso da Hsu tds n. 1 in semifinale poco fa. E piuttosto nettamente: 6-1 6-2. Come si suol dire era appagato, e sarà anche vero. E anche si dirà: ma come faceva un sedicenne alle prime armi a battere un cinese di Taipei che ha due anni più di lui, ed è svariate centinaia di posti avanti nel ranking. Ieri chiedevo notizie ai fan e agli aficionados su questo giocatore, che non ho mai visto all’opera, e che ha un nome e cognome strani, e che però ha fatto parlare di sé i siti perché ha giocato molto bene nei Grade 5 e 4 tropicali e africani di qualche tempo fa. Naturalmente nulla mi è giunto. La gente legge affrettatamente i post dei numerosissimi siti che parlano anche del tennis giovanile: ma sono post per lo più di puri risultati, fatti di termini ormai rinvenibili in una specie di vocabolarietto dei modi tennistici di dire, e post che potrebbe scrivere anche un robot. I giocatori sono nomi e numeri, e la storia personale non interessa quasi a nessuno, a meno che non sia realmente sensazionale come quella della Olyinykova.

Ora io mi sono documentato su Sinner stamattina, ed ecco quello che ho trovato. Non ci sono di lui foto sul web se non di quando aveva i denti di latte e impugnava la racchetta corta alla scuola SAT. Però lui è un altoatesino, e originario di o vicino a quel centro, o alveare tennistico, che risponde al nome di Caldaro in provincia di Bolzano. Dunque ecco risolto il mistero o una sua parte, quella del nome che non suona italiano. Di fatto per chi sa il tedesco sul web ci sono molti articoli che ne parlano: la stampa digitale sportiva altoatesina e bolzanina è molto tempestiva e ricca. Da parecchio si trovano post che dicono appunto che Sinner è uno che farà grandi cose, insieme a due altri coetanei della stessa zona. Vorrei a questo punto fare un breve prologo sul tennis altoatesino, che è una costola importante del tennis nazionale. Chi non gradisce lo salti!

Verrebbe da dire, alla luce dei risultati dello sci e della stagione di World Cup appena chiusa, che gli altoatesini sono oggi meno sciatori e più tennisti. Quasi una bestemmia. Le nostre vittorie sulla neve sono certo anche di Paris e di Fill, ma tra le donne vincono Goggia e Brignone soprattutto, e cioè italiane “pure” (mi si perdoni), e anche dietro prevalgono le italiane sulle “tedesche” (sud-tirolesi di fatto). Qualificandomi spesso come storico del tennis italiano recente, ho fatto mente locale per collocare Sinner in questa tradizione altoatesina. I landmarks sono ovviamente Riedl, scomparsa ma della generazione di Pericoli e Lazzarino: originaria di Gorizia, eppure morta a Brunico, e capace di superare qualche turno nei Grand Slam allora dominati da americane, australiane e britanniche. Maria Teresa Riedl, ma di fatto “Resi”. La mente corre poi subito a Knapp e Seppi, due concittadini appunto di Caldaro. Ma il gap cronologico è colmato da nomi che non sono altisonanti ma che agli addetti dicono qualcosa: cito solo la promessa sfiorita Florian Allgauer, o Dellapiazza, o Ghedina (anche lo sciatore si chiama così ma non è parente). Attualmente a parte Knapp e Seppi non vi sono grandi punte ed emergenti da quella parte di Italia: ma giocatrici dignitose, che potrebbero anche dire qualcosa ve ne sono: Hofer, unica italiana a battere sinora la Ferro benché da tredicenne, Verena Meliss che è anche una… miss, Vera Ploner, Jasmin Ladurner, la Hopfgartner, la Mayer ecc. Allora e per chiudere: Sinner continui così e non demorda e vedremo fin dove può arrivare.

Le altre tre semifinali: partendo dal femminile, Cappelletti ha agguantato la finale liquidando in tre set la russa, laddove la Cocciaretto, pure lei paga, ha abbassato bandiera bianca, ma lottando, contro la Molinaro: come da copione. Quindi finale Molinaro-Cappelletti con uno spicchio in più di Italia come detto nei giorni scorsi (Molinaro figlia di emigrante nostrano), e finale aperta se Cappelletti produce una prova maiuscola contro una giocatrice molto scaltra e profittatrice come la Molinaro, che, due anni fa una grande promessa, si è poi smarrita ma rimane un osso duro. Nel maschile Zeppieri lui pure pago, e perdente in due set collezionando 5 giochi: Zeppieri che è un tipico diesel italiano, e ogni torneo che fa avanza di qualche centimetro. Anche a lui dico non demorda.

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