Home Copertina Von der Schulenburg: un caso o un futuro campione?

Von der Schulenburg: un caso o un futuro campione?

by Franco Marucci

   Qualcosa avevo subodorato giorni fa di questo biondo e taciturno diciassettenne svizzero di nobili ascendenti, magari figlio di margravi: lo avevo infatti messo in foto il 12 aprile, post “Torneo Girls già orfano”. Noterete in quella foto e in questa nuova di lui che grinta e che smorfia ci mette nel colpire.  Vedendolo contro Marson, campo 9 primo turno main draw, non mi aveva fatto soverchia impressione, e anzi avendo lui perso il primo set, ma vinto poi il match al tiebreak del terzo, mi avventuravo a scrivere che Marson aveva sciupato un’occasione d’oro per proseguire il cammino, contro un avversario più che abbordabile. Non è la prima volta che un qualificato arriva in finale in un torneo, beninteso, anche se il nostro svizzero Von, per abbreviare, era poco pronosticabile. Sentite infatti alcune statistiche. Di sicuro Von ha la pelle dura e notevole resistenza, perché laddove altri si sono liquefatti alla distanza, come lo stesso Musetti, lui ha giocato in crescendo. È anche vero che ha vinto alcuni match per il rotto della cuffia, a cominciare da quello contro Marson, o comunque al filo di lana, e che si deve ritenere un bel po’ fortunato. Ma quale vincitore non ha un pochino o anche molta fortuna quando vince? Von, fino a oggi ranking 420 (avete sentito bene: 420), ha invero regolato agevolmente i tre avversari delle quali lasciando loro pochi giochi, ma ciò è in fondo normale. Quello che stupisce è invece che non solo Marson sia stato battuto in main draw al tiebreak, ma che Von abbia poi eliminato anche la tds n. 5 pure per 6-4 al terzo: segno ormai di nervi di acciaio e di qualità da buon finisseur di match. Sull’onda ha poi agevolmente disposto della dodicesima testa di serie, e ieri abbattuto Musetti nei quarti come avrete letto: il quale Musetti esce non già ridimensionato – anche da me – in base al progress di Von nel torneo, ma invece la sua prestazione acquista ulteriore valore, perché potrà dire di aver perso e combattendo, anzi essendo stato sul punto di strappare almeno un set al finalista del torneo.

Il tennis è fatto così: un giocatore può aver penato ed esser stato anonimo sino ad oggi, poi alcuni fatti imprevedibili lo trasformano. Qualcosa scatta dentro come dice Accorsi nella pubblicità TV delle lamette. Consulto le activities di Von e vedo che non vi sono risultati di spicco nell’ultimo anno, altrimenti non avrebbe quella classifica. Nell’ultimo anno ha appunto perso per esempio da Summaria, il che ci sta, ha battuto Mora, il che ci sta, Mora stentando ormai da più di due anni (e peccato), ma ha anche rimediato sconfitte cocenti da carneadi in tornei di Grado 2; e l’unica finale raggiunta e persa è in un Grade 4 del luglio scorso. Ripeto, non c’è uno scalpo di quelli pregiati o almeno abbastanza noti fra i suoi trofei. A me, come scrivevo ieri, ha dato l’impressione di essere un giocatore solido e dai colpi sicuri entro il campo, ottime gambe, ma senza grande estro. Magari ha approfittato di un rendimento gradatamente calante dei suoi avversari. Di Soto cileno, oggi asfaltato, vi so dire poco: è un giocatore che quatto quatto ha raggiunto le semifinali senza farsi mai notare. E che ha il solo merito, relativo, di aver eliminato l’Ayeni americano che, come si sospettava, è un po’ un gigione e diverte coi suoi lazzi, ma che vale molto meno della sua classifica. Vedremo che accadrà domani e se Von der Schulenburg completerà l’opera vincendo il torneo.

 

 

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