Firenze: i primi responsi

by Franco Marucci
Foto Pierocamel

Foto Pierocamel

Il piano orario di questa prima giornata dei main draw del torneo fiorentino era di quelli, se Dio vuole, più tranquilli, dopo una due giorni di quali come prevedibile piuttosto ubriacanti. Si sa che il main draw maschile è di 48 giocatori, con le tds avanzate di un turno, e che normalmente nel femminile le big sono messe in campo il secondo giorno: di quello che ci attende domani, con match sulla carta molto interessanti, dirò sotto.

La graduatoria dei risultati dei nostri colori mi pare la seguente in ordine decrescente: Musetti, Zeppieri e Cocciaretto, appunto vincitori. Subito dopo vengono Trapani, Bosio e Tortora anche loro vincitori. Purtroppo Cocciaretto è la sola girl vincitrice e tutte le altre in gara hanno perso anche se non deluso, avendo in parte affrontato giocatrici più forti. Idem gli altri maschi. Seguendo la graduatoria di cui sopra comincio da Musetti, che nel primo pomeriggio ha richiamato sul centrale un folto pubblico che ha seguito il match con molta partecipazione. Il risultato è probante perché Musetti ha battuto 6-4 6-4 un omone brasiliano colored del 1999 la cui classifica ITF junior è n. 246. Era un anno esatto che non vedevo Musetti, che a soli quindici anni ha ormai annullato il gap anagrafico praticamente fino alle soglie del 200 nel ranking, e appunto gioca da pari a pari con i diciassettenni e diciottenni. L’ho trovato molto migliorato e molto più solido e non poteva essere diversamente. L’importante, vero Ramazzotti, è non fermarsi. Fisico alto, Musetti, un po’ magro ancora, e ottimi fondamentali da fondo, con un prezioso rovescio a una mano molto classico. Servizio forse troppo arrotolato, ma carico di kick sulla seconda. E partita a tratti spettacolare con colpi a tutto braccio e punti strappapplausi da una parte e dall’altra. Bravo dunque il nostro. Ma c’è un ma: inspiegabilmente Musetti, vinto il primo e andato sotto 3-2 nel secondo ha avuto un blackout di un 15 minuti. Aveva solo subito un break a inizio set! Ne è emerso, ma non vorrei che fosse una brutta avvisaglia. D’accordo, è molto giovane, ma la tenuta mentale è indispensabile nel tennis.

Salto Zeppieri perché non ho visto nemmeno uno scambio: ma anche lui ha fatto fuori un top 250, per l’esattezza un danese n. 238. Ne riparleremo. E vengo a Cocciaretto. Pure lei, mi vergogno quasi a dirlo, la vedevo all’opera per la prima volta. Dopo una apparizione a Salsomaggiore 2015 o forse a Palermo 2016, se non vado errato Cocciaretto non ha più giocato ITF sino a un mese fa. Ho dato fiato alle trombe parlando del suo pieno recupero dopo l’ottimo torneo croato di due settimane fa. Probabilmente la partita di oggi non fa testo o me lo auguro, perché dovrei modificare il mio entusiasmo. A mio avviso Elisabetta deve smaltire anzitutto qualche etto di troppo – eufemismo – per presentarsi più reattiva in campo. Meno male che l’avversaria slovacca non era un fulmine di guerra. Una scheda di Cocciaretto è per me così: servizio dal movimento molto bello e arioso, e ne esce uno slice molto angolato o anche centrale coperto da un posizionamento molto laterale. Per ora non c’è potenza ma solo piazzamento. Il colpo più sicuro è il rovescio: l’avversaria ciecamente glielo cercava ma ci rimetteva nove su dieci. Non decisivo il diritto. Sono sincero: ne è uscito un incontro molto modesto, senza ritmo, con molti errori da una parte e dall’altra e pochi punti di qualità. Buon per la Cocciaretto che la slovacca non cacciava una palla dentro nel primo quarto d’ora concedendo subito un vantaggio di 3-0. Ma innervosendosi la Cocciaretto rimetteva l’avversaria in partita chiudendo fortunosamente il set per 6-4. Il secondo si è chiuso con lo stesso punteggio ma senza che la Cocciaretto abbia mai dominato.

Dei tre altri vincitori ho solo visto sprazzi di Trapani. Ramazzotti come dicevo ha perso (avversario nulla di che) e debbo solo ricordare che tre anni fa da quindicenne impensierì il vincitore del torneo: e dunque è un po’ l’ombra di quel giocatore che dominava in Europa sino all’under 14. Nel campo delle perdenti l’unica che possa e debba recriminare è Enola Chiesa, irretita da una pittoresca croata che sapeva solo alzare pallonetti a campanile. Carbonaro, stremata dal gran caldo, ha ceduto in tre set a una slovena piuttosto atipica, che giocava palle molli e flosce alternate a improvvise accelerazioni. Visentin, un’altra che avrebbe gran doti anche se poco fisico, da tempo non ingrana più e dopo aver illuso nei primi giochi ha smesso di giocare. Chiudo la rassegna ricordando che Giulia Peoni, pure lei, is back: non male per una reduce da serio infortunio reggere alla tds n. 4 e chiudere con una onorevole sconfitta per 6-4 6-4. Che sia una sconfitta augurale per una giocatrice che era due anni fa la migliore e più promettente del suo millesimo.

Domani tanti e tanti match, con immancabili derby, e ci sarà l’imbarazzo della scelta. Segnalo solo, in rima, Pigato-Bilardo…che petardo.

Vi potrebbe interessare anche

Leave a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.