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Intervista a Luca Moreschetti, incordatore professionista

by Redazione

MoreschettiMi sono sempre chiesta se per giocare bene a tennis, oltre ad avere delle rilevanti basi tecniche e tattiche, sia fondamentale l’attrezzo, la racchetta. Ho raccolto informazioni da vari giocatori, e mi sono documentata anche su riviste specializzate, e ho dedotto che un telaio non va bene a chiunque, anzi deve tenere conto delle caratteristiche fisiche e del livello di gioco del tennista; ma la racchetta, senza corde, è come un una cornice fantastica senza un bel quadro al suo interno;  e da qui parte la mia ricerca all’incordatore professionista che mi può togliere i dubbi e le curiosità e può aiutare nelle scelte. Riesco a contattare e conoscere Luca Moreschetti di Mogliano Veneto, conosciuto anche perché segue vari giocatori professionisti Atp e Wta.

CIAO LUCA, ANDIAMO SUBITO AL SODO, HO OSSERVATO CHE IN GENERALE I TENNISTI DEDICANO UNA CURA MANIACALE ALLA SCELTA DEL TELAIO E SI DOCUMENTANO SU SITI SPECIALIZZATI, MA QUANDO SI TRATTA DI SCEGLIERE LA CORDA SI TROVANO IN DIFFICOLTÀ. COME MAI SECONDO TE?

Concordo con questa affermazione. Il giocatore normalmente si lascia influenzare nell’acquisto del telaio seguendo quanto sponsorizzato dai giocatori professionisti che vedono in TV, mentre non considerano che il proprio livello di gioco non è assolutamente paragonabile a quello dei loro idoli. Infatti una variabile fondamentale per la scelta della giusta corda sono il livello reale di gioco ed eventuali piccoli problemi fisici del giocatore.

POCHI SANNO CHE SI POTREBBERO EVITARE TANTI INFORTUNI SEMPLICEMNTE SCEGLIENDO UN TIPO DI CORDA O UNA TENSIONE ADATTA: MI SPIEGHI COME DOVREBBE PROCEDERE UN GIOCATORE IN TAL SENSO?

E’ indubbiamente fondamentale che i giocatori si avvalgano di un  incordatore professionista che sia aggiornato sui diversi materiali in commercio, in modo da poter consigliare il giusto abbinamento tra corda/tensione/telaio. Un errore sempre più ricorrente è l’utilizzo di corde monofilo per livelli di gioco medio/bassi, per i quali sarebbe invece più indicato il multifilo, che produce uno shock da impatto minore, con conseguente riduzione di traumi. Vedo sempre più ragazzi dai 12/13 anni in su  con dolori al gomito, spalla e polso, che mettono seriamente in pericolo la loro carriera agonistica mandando in fumo tutti gli investimenti fatti dai genitori per farli giocare.

MI SPIEGHI COSA VUOL DIRE ESSERE INCORDATORE PROFESSIONISTA? E CHE CERTIFICAZIONE,  NAZIONALE O INTERNAZIONALE È NECESSARIA PER POTER GARANTIRE UN SERVIZIO REALMENTE EFFICIENTE ?

Essere un incordatore professionista non vuol dire conseguire le massime certificazioni internazionali (ERSA o USRSA) o nazionali (UKRSA o IRSA); queste sono un punto di partenza su cui lavorare giornalmente con impegno e passione, con un continuo aggiornamento sui vari materiali. L’incordatore deve essere in grado di replicare sempre in maniera perfetta la tensione del piatto corde e di riuscire a trasferire le esigenze del giocatore nel setup della racchetta, affinché questa diventi la sua arma in più……e non crei traumi o patologie. Non ultimo aspetto è la disponibilità: quando si lavora con un giocatore professionista non ci sono orari!

IMMAGINO SIA FONDAMENTALE UN FEELING PARTICOLARE TRA TE E IL GIOCATORE, E ANCHE CON IL COACH. COME PROCEDI PER SCEGLIERE IL MEGLIO PER LUI CON LA RESA MIGLIORE?

Basta pensare che molti giocatori portano il loro incordatore in camera con loro quando viaggiano…..tanto per capire il rapporto che si crea. Quando un giocatore capisce che avere una incordatura corretta  o meno può voler dire vincere o perdere una partita il tuo ruolo diventa fondamentale.  Per quanto riguarda le scelte tecniche, vengono sempre discusse ed elaborate da me, dal coach e dal giocatore in modo da trovare la soluzione migliore a seconda delle varie fasi evolutive.

TU ESEGUI ANCHE DEI TEST IN CAMPO? E CON CHE FREQUENZA?

Eseguo spesso dei test in campo (almeno tre volte l’anno) per sviluppare l’attrezzo in base all’evoluzione del programma di allenamento del giocatore predisposto dal coach, con il quale sono frequenti gli scambi di competenze.

OGNI QUANTE ORE ANDREBBERO CAMBIATE LE CORDE E PERCHÉ?

Eh qui si potrebbe scrivere un libro…..la risposta che sento più frequentemente è: quando si rompono! E’ come se tu cambiassi i pneumatici della tua auto solo dopo che sei andata fuori strada. La corde per le racchette sono come degli speciali elastici che vengono deformati dalla palla durante il gioco; in più a causa di molti fattori negativi (nodi e montaggi non eseguiti in correttamente, sole, umidità ecc.) le corde si degenerano non allungandosi in maniera corretta. Questa è la fase critica, che può causare danni al gioco e far correre il rischio di patologie. Per cui io direi di non superare mai le 12/15 ore di gioco.

Ringrazio Luca per la sua disponibilità e per aver soddisfatto le mie curiosità, e traggo una conclusione: l’incordatore professionista è come un bravo medico, e tutti noi non andremmo mai a farci curare da un medico senza laurea….buon tennis a tutti.

LUCA MORESCHETTI
ERSA       Pro Tour Stringer
USRSA    Master Racquet Technician
UKRSA    Tournament Stringer
IRSA          Tournament  Stringer

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