Giorni fa la Gazzetta dello Sport titolava pressappoco cosi’ in una pagina interna: “Bravo Lorenzi: ma i giovani?” Meno male che se ne accorgono anche loro. Io lo vado dicendo da qualche anno. Tra l’altro Fognini vince un torneo minore in Croazia e si grida hurrah campione ritrovato, poi se ne va negli USA dove perde tranquillamente da un diciannovenne. Ora chiunque deve fare i complimenti a Lorenzi che si sta togliendo parecchi sassolini dalle scarpe. Dai 12 ai 16 anni in Toscana (dico Toscana: in Italia ce ne erano tanti molto e anzi più forti) era quotato ma non quotatissimo, e perdeva sistematico non solo da Volandri ma anche da altri 1981 (dico di nascita, non di numero!) poi naufragati come De Faveri e Magris; ai tornei internazionali giovanili non brillava e ho ancora in mente una sua uscita a Napoli Vomero I turno ad opera del napoletano Ferrillo (a proposito, che fine ha fatto questo giocatore?). Per inciso ce ne erano tanti 1980 e 1981 toscani promettenti e poi scomparsi di circolazione: oltre al povero Luzzi, gente come Sorbo, Ridi, Grifoni (il braccio più “aureo” che io ricordi), i due Aprile, o nel femminile la Carsughi che non faceva letteralmente vedere palla a nessuna. Ma non disperate: rievocherò quella fetta di storia molto presto, nei periodi di letargo dopo ottobre-novembre prossimi.
Tornando a Lorenzi, Paolo finito il periodo junior ha avuto poi una crescita frenata, oscura e anonima, ma il suo merito principale è stato quello di non demordere. Ha pazientato, fiducioso che sarebbe arrivato il suo momento. A 35 anni, ma da ormai un cinque anni, è tornato competitivo agli alti livelli e riscosso la verifica del proverbio “ride ben chi ride ultimo”. Volandri ha collezionato più successi, ma è durato tutto sommato molto poco, e da vari anni come sappiamo è un giocatore in disarmo (ha anche lui l’età di Federer!) e fa il simpaticone alla TV.
I giovani che mancano? Poi guardi le classifiche e vedi che non sono distanti dal 150 un Donati, un Gaio, un Napolitano… e dici che gli italiani ci mettono di più ad arrivare in alto. Sarà: mettiamoci anche Quinzi che dopo tutto ha solo 20 anni: ma a me sembra che costoro possano diventare buoni giocatori ma non rientrare domani tra i primi 30 o 50. Voi che ne pensate?
Visto che ci siamo, il fatto rilevante delle due ultime settimane mi pare piuttosto che, assodato che risalendo sino alla fine degli anni Novanta come data di nascita non si trovano campioni annunciati, oltre la soglia del 2000 dobbiamo con gioia ma anche molto sommessamente dire che due giocatori ci sono, e stanno dimostrandolo. Musetti Lorenzo, a cui ho fatto pubblicità due mesi fa da Prato, e due anni fa dalla Lambertenghi, ha perso e di misura, anzi di una inezia (7-6 6-3) la finale dell’autorevolissimo campionato europeo under 14 contro il ceco Svrcina (un nome ennesimo onomatopeico, come dire “svergina”!), e di poco dietro di lui si colloca un altro Lorenzo, Rottoli. Rottoli non lo conosco, e non l’ho mai visto, ma Musetti sì, e assicuro che ha un ottimo braccio e dei bei colpi e anche un bel fisico in prospettiva. Se non si guasta col passare del tempo. E in quei campionati Under al femminile altre buone notizie vengono da Delai e Sacco, la prima caduta negli ottavi dopo un percorso netto dalla Pellicano maltese che, facile profeta, da tempo indico come fra le prossime esplosioni nel tennis che conta: sempre anche per lei se non si guasta.
Chiudo con il Grade 5 di San Marino, torneo tradizionalmente appannaggio dei nostri giocatori anche, diciamolo, per flagrante assenza di concorrenza. Al femminile ha vinto a sorpresa Giulia Carbonaro dopo aspra lotta contro Isa di Russia, che sembra voler portare masochisticamente al tiebreak del terzo tutte le avversarie per godersi lo stillicidio che ne consegue. In finale le è andata male, avendo sempre ferito di tiebreak. Da notare che Carbonaro finalista ha battuto Delai che ha comunque lottato in un set. Il torneo pone anche se non soprattutto all’attenzione la nata nel 2001 Aurora Allasia, che ha estromesso la tds n. 1 e poi Alice Amendola, altra giovanissima a sua volta da seguire. Naturalmente chi si accontenta gode.