No, non Romolo e Remo, o Mario e Silla o Cesare e Pompeo o qualche altra coppia celebre del momento: solo trattasi più umilmente di due tornei che si svolgono a Roma uno di seguito all’altro, uno finito poche ore fa e l’altro iniziato in sovrapposizione con le qualificazioni. Ma il riferimento storico sarebbe d’obbligo, soprattutto per me anglista sui fatti inglesi di ieri l’altro (e intanto comincia Wimbledon). L’Italia era definita da tempo il paese dove tutti sono allenatori di calcio, ma siamo diventati anche il paese dei commentatori politici, e nei social impazza la girandola dei pareri di chicchessia su se ha fatto bene o no l’UK a lasciare l’Europa. Mi astengo da questi discorsi dilettanteschi degni della sala di aspetto del barbiere.
Piuttosto la Sramkova ha scrostato e stracciato e scrosciato al Tevere Remo (Remo!) la resistenza nemica. Ci poteva e doveva essere più partita con la Jani: supponevo match pari addirittura, se non a favore della Jani. 6-1 6-1 Sramkova è un punteggio che non ammette replica, e se veritiero, cioè se la Jani non era in fiacca ed era a posto fisicamente, la dice lunga sul valore delle due nostre battute dalla Sramkova nei turni precedenti: Pieri fa un figurone ancora una volta avendo perso 6-4 al terzo, cioè quasi vinto; e Paolini ci è andata vicino anche lei sconfitta al terzo, ma 6-1.
Credo, non romano quale sono, ci siano poche centinaia di metri tra il Tevere Remo e il Circolo “Antico del Tiro a Volo” (proprio antico con questo bel nome) dove i soldi in palio sono il doppio, da 25 mila a 50 mila, e si fa ancora più sul serio con entry list di giocatrici tra 118 e 274 WTA. Intanto partite le quali, con un lotto partecipanti tuttavia rimpolpato con generosità da nostre giovani speranze (Catini, le due Ciccone, Capogrosso, Testa, addirittura Biagianti) che infatti le hanno prese sode da giocatrici più forti: ma tutta esperienza. Essendo ormai diventato un colmegnano senza prove, registro che la giocatrice, a sole 24 ore dal durissimo match di ieri con la Jani, ha esordito bene in queste quali sconfiggendo la Tomic serba, che due anni fa veniva data al giovanile di Firenze, finché fu provato falso, come la sorella di Tomic australiano: nulla di tutto questo, anche nel gioco, modesto. La Colmegna ormai ha nel mirino il 200-300 WTA e non si cura delle classificate oltre il 1000. Sennonché il suo potere politico è ancora debole: per promuovere una giocatrice come lei, che è solo seconda alla Pieri nel rendimento negli ultimi mesi, le doveva esser data una wc nel main draw, soprattutto tenuto conto della semifinale di ieri. Sono quasi certo che due delle wc finiranno alla Pieri (che se la merita) e alla Trevisan che se la merita un po’ meno. Una terza, giurerei, andrà alla Burnett, che ha tuttora un rendimento altalenante. Papabili per le wc anche Ferrando, brava di recente ma senza quel quid per il momento che ti faccia dire che possa fare il gran salto, e Grymalska. Oppure mi sbaglio.
Tornando alle quali: Paolini si fa invischiare un “attimino” da quella bella figliolona che è la Masini, che di recente si è rimessa a giocar bene, ma infine la spunta: domani derby appunto Paolini-Colmegna e che vinca la migliore, e la vincente credo avrà l’ingresso in main draw su un piatto d’argento, giacché la russa Yashina, magari parente del portierone, non pare sulla carta gran che.