
Pieri e Stefanini – foto Piero Camel
Prima buona notizia da Parigi è per me che la campionessa è la Muguruza: sono come molti stanco delle moine di Serena, non ho mai particolarmente tifato per lei, e il tennis femminile ha bisogno di qualche rinnovamento di ranghi: come il maschile del resto, dove siamo stanchi della egemonia di Federer, Nadal e Djokovic, e anche di Murray, benché gli ultimi due siano ancora una spanna o anche due sopra ai pochi emergenti. Muguruza gioca un tennis classico che modestamente avevo scritto due anni fa l’avrebbe portata molto avanti, ed è una giocatrice acqua e sapone che desta subito simpatia anche fuori dal campo. Potrà, credo, bissare altrove e anche in anni futuri questo successo.
In campo giovanile la notizia sensazione è che le due favorite per la finale hanno perso entrambe il torneo: mi ha sorpreso soprattutto la Pervushina, che ha perso con la Masarova forse per quell’unica giornata storta che le capita in due o tre mesi: non per stanchezza o demotivazione. Il risultato rende indirettamente molto positiva la sconfitta della Bilardo contro la stessa Masarova, severamente impegnata. Anche la Potapova accusa una flessione contro la Anisimova, che a me pareva e pare un po’ reclamizzata, promettente ma ancora acerba e legnosa. E invece ha piazzato l’acuto, a soli 14 anni. Finale inevitabilmente tra due –ova.
Tutti gli italiani sono fuori, ma due hanno resistito fino al penultimo giorno del torneo, ed è un record: le affiatate Stefanini-Pieri hanno ieri battuto un po’ di misura la coppia pretenziosa e appena messa su, Bilardo-Swiatek, ma avevano oggi un compito proibitivo contro le due stesse russe Perva e Pota, sia che vincessero che perdessero le semifinali: nel primo caso ne sarebbero uscite galvanizzate e nel secondo arrabbiate e decise a tornarsene a casa con almeno un trofeo. C’era poco da sperare, il divario tecnico è eclatante, se non di poter arrivare grazie a un miracolo al tiebreak finale che è sempre un terno al lotto. Le due nostre hanno lottato con l’anima e coi denti fino al 3 pari primo set, poi sono andate alla deriva, seppellite.
Aggiungo qui il solito “come usciamo dal Roland Garros”. Avevamo cinque nostri e nostre in gara e Caruana e Balzerani sono usciti quasi subito senza infamia e senza lode. Pieri pure out al I turno ma da un’avversaria superiore, a cui ha messo il bavaglio comunque nel primo set e con cui ha per un po’ resistito nel second prima di mollare. Bellissimo torneo della Bilardo, che esce al terzo turno dopo aver vinto almeno un match duro e aspro e perso contro la futura finalista e solo per 6-3 al terzo. Un bel salto di rendimento e di condizione il suo. Ma il torneo superlativo lo fa la Stefanini che da un paio di mesi sta giocando al suo massimo e con grande continuità di risultati, senza défaillances. Già bene che abbia superato le quali battendo anche la quotata Burrage; anche lei agli ottavi, e come ho scritto stava per portare a compimento uno storico exploit con la Potapova, match finito al terzo per 6-3 e che sarebbe stato emozionante vedere dal vivo. Ero pessimista, ma su questo terzetto si può operare, anche perché dopo di loro abbiamo solo la Piccinetti, o la Delai, su cui puntare, in un parco comunque molto largo.
Cito queste due giocatrici perché fanno l’Avvenire milanese da lunedì: torneo che per il momento mi sembra purtroppo sguarnito e un po’ debole: mancano vari dei nostri e delle nostre di punta, tra infortuni e rinunce volute, e per altri motivi. Ma la fame vien mangiando, ovverosia i buoni giocatori e giocatrici magari si scoprono strada facendo.