
Jodie Anna Burrage
La statistica più che evidente che si può trarre dalle semifinali di Salsomaggiore è che la Inghilterra, o per meglio dire la Gran Bretagna (ciò non vale nel calcio come tutti sanno: altrimenti Murray dovrebbe giocare per la Scozia) è che la Gran Bretagna vi ha piazzato due suoi giocatori: e non potrebbe fermarsi lì, anche se ce lo auguriamo, sportivamente. La Burrage è anche finalista in doppio con la Bilardo.
Il dispiacere più grosso ce lo ha dato Alastair Gray, 1998 e n. 64 e a Salso tds n. 6. Il quale ha estromesso Guerrieri in un match che avevo incautamente dato come pronostico a favore del nostro: è stata una partita che Caldarera dice a ritmi bassi, ma Guerrieri non gioca mai a quelli alti, e come ho detto qui una dozzina di volte non è giocatore spettacolare, ma raramente perde dai più deboli. È un lussuoso rimettitore, che finisce per stancare e fiancare l’avversario con la sua ragnatela di arrotati profondi che finiscono sul rovescio avversario. Nulla di male: ha perso da uno che in classifica sta meglio di lui, per quanto dopo aver battuto il sudamericano tds n. 3 una speranziella la potevamo nutrire. La Burrage ha battuto nel suo cammino una… pipa, pardon Pipa, poi Rossi e Stefanini: ma si guardi al punteggio, che è quasi lo stesso, con soli due games di differenza a favore di Stefanini: prestazione quasi equivalente di Rossi, da me criticata come portata a fallire le prove del nove, o prestazione sottotono di Lucrezia che non riesce più ad essere Lukrezia? Dicevo ieri che c’è una terza ipotesi, che la Burrage sia salita di rendimento e di tecnica in questi ultimi mesi. Credo però che non sia questo il motivo della scalata della Burrage alla semifinale.
Comunque sia io vorrei riflettere sul buon momento del tennis inglese, che a livello giovanile non ha il maschio top 20 o neanche 10 ovvero il fenomeno annunciato, ma ha Katie Swan che primeggia e molto nello junior femminile. E sappiamo tutti che nel senior i Brits si fanno valere eccome, e Watson a forza di piccoli passi è ormai vicina alla vetta.
Per lavoro e mestiere vado spessissimo in Inghilterra e vi posso assicurare che stanno lavorando con coscienza e investimenti massicci: hanno competenza, tenacia, serietà e onestà, oltre che tradizione. E soprattutto quel coordinamento tra le forze che in Italia latita. I centri tennis che sono attivi in UK un po’ dovunque sono un modello da imitare. Quindi non mi meraviglierei se scappasse fuori un nuovo Murray, soprattutto una giocatrice femmina di punta, che manca ai Brits chissà da quanto.