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Roma $ 10 mila: il fattore K  

by Franco Marucci

Raramente ho sbagliato tanti pronostici di un torneo come mi accade per quello di Tevere Roma a cui sto dando una importanza in fondo eccessiva in mancanza di meglio. Ciò benché il 90% degli appassionati palpitino per quello che sta facendo Donati alle quali Wimbledon (più certo Vanni e Arnaboldi: purtroppo sono fuori tutti e tre), laddove nessuna delle nostre top players è superstite ai tornei… di riscaldamento; e io poi avrei da dire dei risultati come minimo altalenanti di Camila, che vedo sta diventando la giocatrice più mediatica delle nostre e non so bene in base veramente a cosa – forse perché ormai non c’e ne è più nessuna – essendo Camila semmai la più antimediatica delle giocatrici (anzi qualche lezioncina su come diventare più sorridente e affabile e loquace non le farebbe male).

Tornando a Roma davo la finale come Palmigiano-Turati e alle 14.30 la Palmigiano era già non solo fuori ed eliminata ma ha rimediato una sonora, inspiegabile batosta dalla Remondina: il classico 6-0 6-0. Di solito quando un match prende questa piega tra due giocatrici vicine ed equivalenti quella perdente così manifestamente ha qualcosa che non va: un problema fisico anzitutto o un improvviso malessere, e si ritira. Stoica la Palmigiano ha invece incassato una valanga di punti contro, esattamente la metà, prestandosi alla gragnola come un pugile alle corde. Sarò patetico: ma al posto della Remondina in semifinale si poteva trovare tranquillamente Tatiana Pieri, che l’altro giorno ha sfiorato la vittoria contro la Remondina e anzi l’aveva già in tasca. Sempre il fattore K…

Davo anche vincente e un vero spauracchio la Muchova, ma la Di Giuseppe, di cui si parla ormai invero poco pur essendo una ottima giocatrice, l’ha spuntata al terzo dopo tenace lotta, e in semi con la Remondina ci va lei. Taccio il fatto che la di Giuseppe è una Martina: spesso mi sono meravigliato di quante ve ne siano con questo nome e tutte nate nei primi anni 90, e ho ipotizzato che i loro genitori tennisti avessero dato loro quel nome per la risonanza, la fama e il viatico soprattutto di quella Martina, la Navratilova. La Di Giuseppe è ora scesa vertiginosamente in classifica ma un tre anni fa era ancora nel parco promesse. Ha solo 24 anni, è del millesimo della Giorgi!

Circa il terzo quarto a scendere bisogna dire che Pillot ha beneficiato lei pure del fattore K: avendo vinto con una per ora opaca Rubini e anche contro la Fossa Huergo per scratch (così si diceva quando ero ventenne: ora si dice walkover). Match equivalente di quelli che finiscono 6-4 6-4 per un’inezia e come dire una ventata a favore o contro. Avrei detto però più facile la vittoria di Bianca che ha invece sudato per giocarsi la semifinale con la Sabino.

Quanto alla Stefanini debbo denunciare anzitutto il comportamento bizzoso del live score: è un eufemismo perché lo score del match della Turati è stato sospeso a pochi punti, di fatto due, dalla fine: ma quello della Stefanini addirittura si è bloccato a  6-4 e 0-1 Sabino. Ancora più indisponente che i due matches siano poi stati tolti dall’elenco dei matches odierni e che il risultato si sia dovuto cercare sul sito della Fit.

Mi sono stupito che il match si incanalasse in forma di testa a testa, senza che nessuna delle due facesse il buco: cosicché si è arrivati nel primo a 4 pari seguendo i servizi – cosa piuttosto insolita nel femminile, e nessuna delle due è gran servitrice. Ovvio che sul 5-4 Sabino e servizio Stefanini questa ultima abbia un po’ tremato e abbia finito per farsi rubare il set. Senza storia il secondo, 6-2, e comunque buono, anzi ottimo torneo della Lukrezia ritrovata.

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