Chiedo anzitutto scusa di intasare il web – e di annoiare e asfissiare i pochi lettori e visitatori del mio Blog – con articoli ripetitivi e ossessivi, al limite anche paranoici, di tennis, per giunta giovanile, e per di più prevalentemente femminile. Ma subito dopo questo post entrerò in disintossicazione, e prometto di restare in silenzio (sul tennis naturalmente, non su altro) almeno fino ai primi di giugno e al torneo junior parigino: a meno di sconquassi, di terremoti e di colpi di scena del tennis major. Come avete notato non scrivo di norma sui tornei ATP e WTA, e solo poco e sobriamente sulla Coppa Davis e sulla Fed Cup; magari un po’ di più sugli ITF senior 10 e 25 mila. Il motivo è evidente: c’è una bibliografia digitale sterminata su questo argomento e i miei post si collocherebbero alla ventesima pagina e oltre di Google, e nessuno se ne accorgerebbe; sebbene certi post spiritosi e credo arguti su Fognini o sulla Errani, non lo immaginereste, siano tuttora visitati a due o tre anni di distanza. Laddove il giovanile è non solo meno recensito e meno popolare, ma presenta continue novità, propone ogni anno delle scoperte, ti fa assistere a improvvisi mutamenti di scenario. Mi emoziona di più un bel match ad alto livello del giovanile che una ennesima rivincita di Federer su Djokovic o Nadal, insomma (senza nulla togliere è tutto déjà vu).
Senza dare le pagelle e dunque concludendo: non è un momento di alta per il tennis giovanile italiano, piuttosto di mediobassa. Pellegrino, Moroni e Bianca Turati hanno vinto vari tornei Grade 2 e anche 1, ma, per usare una immagine ciclistica dato che siamo in pieno Giro d’Italia, quando le pendenze si fanno più impegnative si staccano. Soprattutto al femminile soffriamo un cronico ritardo di maturazione: in pratica le migliori dell’est diventano competitive due anni prima delle nostre, e vedi gente come Potapova, Danilovic, Pervushina… In realtà questo potrebbe non essere un male perché chi vince troppo e troppo presto può rompere strada facendo, e pochi vincitori di tornei Grand Slam junior si sono ripetuti a livello senior, o meglio non è il vincerli una conditio sine qua non per sfondare. I nostri attuali migliori maschi e femmine senior non hanno fatto sfracelli da junior. Poi bisogna intendersi: non abbiamo attualmente giocatori e giocatrici potenziali da top 10 futuri, epperò qualche top 50-80 con qualche aiuto della fortuna ci può scappare.
In dettaglio. Al femminile Turati e Pieri si equivalgono e sono pronte all’avventura nel WTA. Possono e debbono sognare in grande. Milano ha detto che le altre sono in ritardo o stazionarie: dico Cappelletti, Torelli, Hofer. Delude per il momento e non ingrana e preoccupa Ludmilla Samsonova, e chi sa il motivo del suo calo posti due righe. Tra le più giovani incremento millimetrico di Bilardo, e unica nota positiva come ho più volte rimarcato è Lisa Piccinetti: non è da tutte rubare un set in main draw – anche se va visto come – alla vincitrice nata 1998 di Santa Croce (e 6/2!). Tatiana Pieri? Stavo per titolare “Tatiana Pieri vince il Bonfiglio (del 2017)”. Titolo paradossale. Anzi, avrei potuto aggiungere che una terza Pieri potrà vincere il Bonfiglio nel 2030: Jessica e Tatiana hanno a loro volta una sorellina – di cui ignoro il nome, ma sono convinto sia esotico come Jessica e Tatiana – che già impugna la racchetta molto bene e… torna al centro dopo il colpo come mi accorgevo nei vialetti ghiaiati di Firenze Cascine tempo fa; e il padre credo sia di quelli all’antica e dia per scontato che tutte e tre le figlie facciano le tenniste: o mangiare questa minestra o saltare dalla finestra. In epoca di crisi economica e del lavoro, se ne hanno voglia e si divertono il domani è assicurato.
Più specificamente continuo una speculazione che ho abbozzato ieri: che Tatiana si muove sul solco e sul binario di Jessica e potrà far tesoro delle esperienze della sorella maggiore (succede sempre così a chi viene dopo). Jessica fornisce la falsariga fisica anzitutto, dicendoci che anche Tatiana non guadagnerà centimetri e che dovrà essa pure lottare alla disperata per irrobustire non solo il fisico e quindi i colpi ma soprattutto il servizio. Ma è la quadratura del cerchio: per tirare i colpi ci vuole forza nelle braccia o braccia anche filiformi ma lunghe, e Tatiana non ha né questo né quello. Ieri come ho detto è bastato che Jessica alzasse il piede dall’acceleratore anche di una inezia e si son viste le conseguenze. Dico che Tatiana può andar vicino al Bonfiglio tra due anni perché ha un tempo di maturazione più lento e più lungo delle altre, dalle quali può essere temporaneamente sorpassata. A 18 anni potrà imitare la sorella, anche aiutata magari dal fatto che Potapova, Danilovic, Pervushina e altre 2000 e 2001 sorte nel frattempo diserteranno questo torneo e saranno già passate al senior.
Al maschile la cosa curiosa è che il finalista Denolly ha rischiato di uscire per mano del poco pronosticato Fellin che era wild card (7/5 al terzo!). Lo stesso Summaria è arrivato al terzo turno ma ha perso peggio di Fellin, in due set, dallo stesso Denolly. Bonacia è andato avanti ma la sua annata è per ora grigia. Mosciatti e Ocleppo peggio del previsto. Moroni pure subito fuori a sorpresa. Pellegrino discreto ma si ferma lui pure al terzo turno. Ingiudicabile Ramazzotti. Se Fellin e Summaria sono i più positivi non c’è da stare allegri, ma teniamo conto delle prove di appello: e naturalmente le somme si tirano a fine stagione.
DICHIARO A QUESTO PUNTO FORMALMENTE CHIUSO IL 56° TROFEO BONFIGLIO
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Vista ieri la finale maschile e per la prima volta i due giocatori. Luz m’è sembrato un po’ lento negli spostamenti, complessivamente un giocatore noiosetto. Fra i due m’è sembrato avere più tennis nelle corde la sorpresa Denolly, tipico francese molto ben impostato tecnicamente, il quale però probabilmente non gestisce ancora bene emozioni e focus in partita. ha stentato abbastanza per entare in partita, all’inizio era molto contratto. Poi, in vantaggio 4-1 al terzo set, con l’avversario in pugno anche psicologicamente (e che aveva manifestato vari difettucci caratteriali, come cercare di rubare il punto e gesti plateali di insofferenza verso l’arbitro), in pratica ha smesso di spingere e di giocare. Comportamenti acerbi in linea con la giovane età, niente di strano. Però mi è piaciuto di più il francese.
Benvenuto Vincenzo, new entry in questo Blog! e spero tu possa reintervenire in futuro con commenti altrettanto attenti e competenti. Ho parlato poco del maschile del Bonfiglio perché mi emoziona di più il femminile, nel quale i divari di classe sono più pronunciati e il tifo italiano qualche volta può sfogarsi (laddove i nostri maschi perdono quasi sempre subito…). Io stravedo per i mancini e le mancine e quindi Denolly per principio mi piace. Non perché lo dicesse il telecronista di Supertennis, ma è anche vero che Luz sa fare tutto e che serve parecchio bene soprattutto sul dispari. Quindi mi pare un po’ esagerato dirlo noiosetto. Tieni conto che Luz è del 1998. Denolly come scrivevo mi pare un po’ lunatico, e può giocare una partita alla grande, o sprazzi di partita o singoli punti, e altre in tono minore… Il punto è sempre quale dei due o anche dei semifinalisti o degli arrivati ai quarti emergerà e durerà! A risentirci.
Vero che Luz serve bene. A confrontarlo con i nostri 98 viene un po’ di depressione. L’aggettivo noiosetto era riferito ad una certa fissità di schemi tattici, in sostanza fa sempre le stesse scelte e lui ritiene la variante palla corta come una scelta tattica diversa, non sono d’accordo con Luz. Ha vinto la partita perchè il francese gliel’ha gentilmente donata. Vero anche che era un 98 contro un 97, ma il 97 pareva molto più acerbo fisicamente, laddove il brasiliano dimostra biologicamente non meno di 20 anni. sulla futuribilità concordo, molte perplessità.
Bene bene hai chiarito il tuo pensiero… qualche giorno fa scrivevo qualcosa sul tennis brasiliano passato e presente: dopo tutto hanno una ottima tradizione come del resto il Sudamerica, anche se sono caduti in basso di recente e non hanno giocatori di punta. Anche nel femminile la Stefani si fa valere. Ma altri brasiliani junior si sono rivelati una bolla di sapone.
Interessante notare anche la differenza di esposizione mediatica dei due. Laddove Luz viene salutato come il salvatore della patria brasiliana fra squilli di trombe e proclami in pompa magna, il francese per ora è invisibile come un adolescente qualsiasi di provincia. Vedremo fra qualche anno che succederà.
Direi di dare tempo al tempo: salvo rari casi – Kyrgios, Zverev, Coric… – c’è un pedaggio di due o tre anni da pagare come minimo prima che un under 18 valente faccia parlare di sé.