Nella Toscana dove abito (campagna di Firenze, zona sud) le ova sono le uova: “La mi dia sei ova”, si dice al mercato; oppure “mi mancano l’ova”. Nel tennis le ova sono quel numero sterminato di giocatrici che viene dall’est – Russia e Repubblica Ceca e Slovacchia e Serbia ecc. – il cui cognome finisce appunto con quella desinenza. Sono un’infinità e si riproducono con una velocità impressionante. Ora basti ricordare che l’ultimo torneo WTA è stato vinto ore fa da una il cui cognome finisce così; e che in contemporanea il torneo giovanile di Santa Croce è stato vinto da una Blinkova e che a Prato ha sfiorato la vittoria una Potapova. Ammesse anche delle piccole varianti nelle terminazioni: -ina per esempio. Se varchiamo i confini (della Russia) abbiamo tante altre che hanno cognomi terminanti in –ka. Insomma intendo riferirmi alle varie Kvitova, Plishkova, Safarova, Makarova, Strykova e chi più ne ha più ne metta. Come mai ci sia tanto intasamento delle ova nel tennis femminile bisognerebbe indagare: non credo sia soltanto una questione di fisico naturalmente adatto a questo sport posseduto da quelle etnie; bisognerebbe scomodare la sociologia dello sport, credo, o anche la organizzazione nazionale del tennis e i sistemi di allenamento e di reclutamento in quei paesi, e non ultimo fattore il sostegno economico eventuale delle Federazioni: in Italia il grosso dei giocatori paga di tasca propria.
Riportando il discorso al Bonfiglio si nota da ieri e anzi da sabato il predominio molto pronunciato delle ova. Il primo botto di ieri è ad opera di Aleksandra Pospelova russa. Un certo Superbone (ricordate il fumetto degli anni Sessanta) pronosticava da gennaio 2015 (andate a controllare) che questa russa del 98 era da segnare sul taccuino e così è. Per motivi e calcoli a me sconosciuti dopo un paio di tornei tunisini vinti da lei quando in Russia si gelava Pospelova non ha più giocato in Europa o così mi consta. Ha pure disertato tutti gli italiani sin qui. Ebbene ieri, benché al filo di lana, ha fatto fuori Dalma Galfi tds n. 1 main draw. La cosa sorprende perché la Galfi arriva comoda già ora alle semifinali dei 25 mila ITF senior, a volte li vince, ha una classifica WTA ragguardevole ed è la star conclamata del movimento ungherese. Colpi splendidi e scolpiti, anticipo micidiale, uno-due risolutivo. Due volte a Firenze, sempre bene. Risultato probantissimo dunque della Pospelova, che ipso facto si candida a un risultato molto positivo. Unico neo della Galfi (vero Lukrezia?) è che se le si sporca il gioco e si fa muro alle accelerazioni tende ad abbassare la tensione e il ritmo, e può anche andare fuori giri. Si badi: Pospelova dalle foto sul web non è la solita gigantessa bionda, pallida, massiccia e muscolosa: ha un fisico normale, è persino magrolina, e ha i capelli castani.
Di solito sono un ottimista per carattere, ma nel tennis mi preoccupo volentieri. Il bilancio italiano di ieri è chiaroscurale ma alcuni pezzi pregiati li abbiamo subito persi per strada. Un nome su tutti è Moroni che puntava alto e altissimo dopo i trionfali successi di Salsomaggiore e del torneo francese. È cascato sebbene al terzo, ma con un argentino abbastanza ignoto (almeno a me). Fuori senza giocare e cioè opporre la minima resistenza Ocleppo. Fuori Ramazzotti benché per ritiro quando il match era in bilico. Superano il turno solo Bonacia e Summaria. Altri pezzi pregiati giocano oggi e che Dio ce la mandi buona.
Nel campo delle conferme femminili viene soprattutto il successo sia pure lottato di Bianca Turati, davvero di recente una garanzia, e contro la emergente inglesina Katie Swan finalista agli Ausopen (ma faceva davvero testo quel torneo?). Altro exploit ma forse relativo è quello di Beatrice Torelli che spazza via senza tanti complimenti la evanescente benché dotata e reclamizzata Seone Mendez, su cui anch’io avevo scommesso l’anno scorso ma che comincia a perdere un po’ troppi match che contano, e che oltre tutto sciupa un sacco di tempo a mandare messaggini insulsi su Facebook. Per il resto perdono tutte le altre italiane ad eccezione di Bilardo. Tatiana Pieri cade con la colored anglo-australiana (più anglo: nata a Leeds) Bains, lottando nel primo e smontando nel secondo: perdere ci stava contro una quotata e più anziana, ma dai miei calcoli incrociati mi aspettavo ben più giochi conquistati e anzi forse anche un match di tre set. Dissolto il doppio Pieri-Stefanini, qui giocano e per ora vincono Pieri-Bilardo. Oggi Jessica contro Zhuk, rivincita di S. Croce!
Infine: non ci si aspetti oggi che Piccinetti batta Blinkova o la impensierisca. Già è tanto che Lisa abbia superato tre turni difficili e lottatissimi di quali. Questo primo turno del Bonfiglio sia un premio e un incentivo. Ne abbiamo tanto poche di 2000 che possono vellicare, al massimo, le coetanee ova slave che dobbiamo cominciare a coltivare questa giocatrice e a puntare forte su di lei.
1 comment
Oggi ho visto una straripante Bianca maltrattare una poveretta Argentina. La malcapitata non mi è parso valesse realmente la sua 110° posizione nel ranking (probabilmente gonfiato dall’aver fatto quasi tutti tornei in sudamerica), ma realmente è stato un massacro di vincenti di diritto, di rovescio, ace di prima e persino uno di seconda… Comunque bene.
Poi ho visto la mia “pupilla” Bilardo, che ti segnalavo l’anno scorso ai tempi dell’Avvenire, giocare un ottimo tennis, alcune soluzioni vincenti da applausi, belle variazioni, gran grinta, palla del 5-2 nel terzo uscita di un soffio e alla fine si è spenta e ha finito per perdere 6-4. La sua avversaria americana tuttavia mi pare valesse tutto il suo ranking (29), quindi tracollo a parte la archivierei come bella partita, avvincente, con prospettive.
Mi è spiaciuto non vedere invece Jessica ri-bistrattare la Zhuk, impegni mi han fatto arrivare troppo tardi. L’ho vista comunque aggirarsi bella serena a guardare partite altrui, che differenza dall’anno scorso in cui faceva la portabottiglie della sorellina.
Bonfiglio mi sa che finisce qui per me quest’anno purtroppo. Ma se dovesse esserci Turati-Pieri al terzo turno… chissà… un modo si trova.