Mi sono venute in mente varie associazioni nel preparare questo post e presentare una giocatrice che…ex post ho scoperto a Firenze giovanile la settimana scorsa: la canzone dei Beatles, Michelle, ma non per la solita ragione stupida e banale dell’omonimia, ma come si vedrà per un legame esistente di lei con qualcosa di inglese; o il fatto che il cognome Zanatta faccia rima con Panatta. Ricorderete che Adriano è romano e la sua “loquela lo fa manifesto”; ma la famiglia veniva dal Friuli o forse dal Veneto, non ricordo più bene, e la Michelle di questo articolo è veneta, più esattamente di Martellago, che è una piccola località vicino a Mestre in provincia di Venezia. Ma ecco qui la fotografia che il suo allenatore mi ha inviato stamattina gentilmente su mia richiesta:
Allegata ce ne era anche un’altra, di un particolare di gioco, ma è un po’ sfuocata e non la pubblico. E chissà che non ne riceva anche altre (gliele ho chieste) e se sono belle le vedrete (anche sul web non ce ne sono). Ma procediamo con ordine e soprattutto sul filo dell’understatement. Ho cioè spesso gettato acqua sul fuoco e predicato che non è bene parlare troppo e troppo euforicamente di giocatrici promettenti soprattutto precoci, perché è controproducente. Michelle Zanatta non è ancora quattordicenne, in fondo comincia ora la carriera del giovanile, potrà sfondare e glielo auguro; la voglio solo sommessamente portare alla conoscenza dei lettori. Ha giocato sinora molto poco, niente di niente nel giovanile sicché Firenze è insomma il suo esordio; è soprattutto al di fuori del circuito e non è osservata dalla Federazione. Quindi nessuno propriamente la conosce, e di qui che io le faccia un po’ di pubblicità, che vale anche come incoraggiamento. Mi vanto di essere non dico uno scopritore ma un cercatore di talenti…diciamo meglio un evocatore di talenti.
Questa la storia. Era forse giovedì della settimana scorsa e sedevo su una panchina del campo quattro a Firenze e per puro caso vengono a sedersi accanto a me un allenatore, così mi immagino, e una bella fanciulla dal carnato molto bianco e dai capelli biondissimi insieme a una bambina molto più piccola. Stanno zitti tutti e tre e mi figuro scrutandoli che non siano italiani, anzi un trio di nordici: svedesi, o norvegesi o ucraini. O meglio no, l’allenatore ha i colori bruni mediterranei. Stupore quando la biondina apre bocca ed escono suoni perfettamente italiani, e una lingua morbida, corretta, dolce, educata, appunto di lievissima cadenza veneta (di Veneto me ne intendo, ci ho insegnato 25 anni). E infatti l’allenatore parla con un accento inconfondibilmente sudamericano, strascicato e cantilenato. Lipperlì non mi curo di decifrare il mistero. Dalle qualificazioni in avanti ne sono passate a dozzine di giocatrici meteoriche nel torneo fiorentino, e questa fanciulla italiana (?) io non la riconoscevo. Finisco la storia: nei miei consueti giri circolari sui campi quel pomeriggio vedo la biondina in campo: fa il doppio sul nove niente di meno che con la slovena Juvan di cui ho parlato e riparlato. Perderanno, ma io vedo senza troppo interesse un paio di scambi e me ne vengo. Mi paiono normali. Vecchia regola: mai giudicare, nel bene e nel male, un giocatore sulla base di poche palle.
Da casa il sabato scorso rivisito i tabelloni e come in un giallo molte cose mi si chiariscono: è a quel punto che vedo che la Zanatta è l’unica iscritta al torneo nata nel 2001 e che ha perso nelle quali da Karolayne Alexandre Da Rosa 6/3 al terzo (la figlia di Emerson, che tenta di lanciarsi anche nell’ITF senior: non fortissima ma è del 1997). È allora che mi ricordo di avere effettivamente visto – distratto – qualche scambio di quel match sul dannato campo 6 (dannato perché bisogna inventarsi quasi tutto). Scartabello a casa le classifiche ITF junior e cerco affannosamente su Internet notizie su questa Michelle: giocatrice semi inesistente. Rivedo i tabelloni della Lamberthenghi 2013: non la trovo. È a questo punto che scrivo al circolo di Martellago e risalgo al suo allenatore José María Arnedo. Questo che scrivo adesso deriva da una una conversazione telefonica con lui e da alcune mails.
José María mi dice che lui ha giocato da junior proprio a Firenze 24 anni fa! Italo-argentino, dirige ora l’Accademia tennistica di Martellago ed è il maestro che ha scoperto e allevato questa giocatrice. Ho appena scritto che assomiglia a una nordica per il colore dei capelli e il carnato bianchissimo. Qualche giorno fa rilevavo che mi era sembrata la sorella minore della Wozniacki. Arnedo mi dice che infatti la sua mamma è inglese. Ecco spiegato il colpo d’occhio. Il dato più singolare è che Michelle gioca a tennis praticamente solo da tre anni! E in tre anni ha letteralmente fatto salti doppi e tripli e mi si dice che è la n. 1 del Veneto della sua età. Chiedo a José di dirmi qualcosa del suo gioco: aggressiva, buon servizio, fondamentali di attacco. Cosa non indifferente: è alta 1.74 a 13 anni e mezzo, e se tanto mi dà tanto diventa come minimo 1 e 80. Non sto a trascrivere tutto il palmarés, sarebbe oltremodo lungo: ma sono vittorie nell’ambito della quarta e terza categoria, come dico non ha risultati nel giovanile. A scuola va benissimo e a Martellago tutti la portano in palmo di mano, è una piccola gloria locale.
Da ultimo: la rivedremo a Prato e a Santa Croce, e all’Avvenire, mi dice José. Di sicuro la prossima volta la riconosco. E spero di acquisirla nella mia squadra ideale.
2 comments
In realtà sul web qualcosa c’è. Tipo questo e non solo.
https://www.youtube.com/watch?v=aIHdBTrR28U
Caro “Fabio Lorenzi” (metto tra virgolette sospettando uno pseudonimo), mi pare di riconoscerti e che tu sia già intervenuto qui. Bravissimo nel postare questo flash, mi era sfuggito. E comunque non mi pare ci siano foto o immagini di gioco sul web, ma se le trovi mandamele. Mi pare di aver dato sfogo al mio entusiasmo per questa giocatrice. Se poi si allena dalle due alle sette tutti i giorni è un genio assoluto avendo a scuola la media del nove…Continua a frequentare il Blog e grazie del commento.