Oggi avevo programmato l’obiettivo fisso su tre incontri, e di sbirciare gli altri facendo ripetutamente un veloce percorso circolare con brevi soste, e che partendo dalla tribunetta del campo quattro mi porta a costeggiare il campo cinque, e di lì al corridoio fra l’otto e il nove che conduce da destra alla rete del sette da dove si può anche seguire confusamente quanto avviene sul sei oggi per fortuna poco impiegato. Tornati al quattro ci si introduce nella club-house e uscendo si raggiunge sulla ghiaia l’angolo destro del campo centrale ovvero campo tre. Sin dal primo incontro sul quattro alle dieci urgeva guadagnare e mantenere un posto su una panchina sotto il tendone perché il sole è stato oggi quasi di prima estate e qualcuno ha estratto anche e applicato le creme solari.
Ma veniamo al dunque dei tre incontri clou.
Ramazzotti. Suo il primo match contro un inglese un po’ più alto di lui, e che lo sopravanza di una novantina di posti in classifica junior. Curioso di vedere se qualcosa sarebbe cambiato in meglio nel gioco del nostro rispetto a ieri. Subito temibile dal riscaldamento questo inglese tutto tendineo con apparenti pochi muscoli ma appunto colpi rapidi e schioccanti e soprattutto profondi e molto spinti sin dalle prime fasi. Ramazzotti un capellino meno mobile del solito ma anche perché l’avversario gli ruba il tempo. Ramazzotti in teoria deve giocare in difesa e contrattaccare: o fare sbagliare. Invece ingaggia il braccio di ferro e se ne deve presto pentire. Nella prima mezzora questo Cannell – di nome Gioele come Ramazzotti è Samuele – è ingiocabile e Ramazzotti non ha nulla da rimproverarsi. Epperò in un batter d’occhio si trova sotto ben 4-0 e se vi fosse stato il contapunti credo il bilancio sarebbe stato di venti o trenta a due o tre. Non faccio per vantarmi, ma avevo individuato quasi subito che il match poteva essere riacciuffato agendo su due punti deboli dell’inglese: che ha poco rovescio e rimanda una palla alta e di contenimento più spesso che no; e che, messa in rete o fuori la potente prima, ha una seconda quasi appoggiata e da attaccare. Ramazzotti sembra avermi letto nel pensiero e da quel momento in avanti ha cercato sistematicamente il rovescio dell’inglese, cosicché il match è girato e da 4-1 contro il nostro si è portato fino al cinque pari facendomi dire che avrebbe, sull’aire, portato addirittura a casa il set. Qui però occasione persa e inseguimento interrotto come spesso succede: l’inglese si riprende e chiude lui a 7/5. Certi segnali mi facevano sperare nonostante tutto che l’inglese avesse speso molto se non tutto e Ramazzotti – un diesel – potesse rientrare in partita e vincere alla distanza. Ho perso invece una piccola scommessa – un semplice caffè – con un signore che mi stava accanto. Dunque, battuta ovvia, amaro il Ramazzotti. Comunque oggi assai meglio di ieri e di quella partita anomala tutto sommato. Ma ci vuole calma e il giocatore c’è e ha solo 16 anni e tempo quindi di rifarsi.
Tatiana Pieri. Immaginerete da tifoso di Tatiana quanto fossi in fibrillazione. Intanto comincio col notare ed elencare cinque premesse: 1) Tatiana si presenta in arancione, il colore portafortuna dell’anno passato ai giovanili; poi scopro che sotto la tutina veste una canotta blu; 2) messi in soffitta i vecchi attrezzi di una sottomarca gioca ora con prodotti Head; 3) la statura è sempre la stessa e ormai non cambierà, epperò il busto è più sodo e qualche muscolo in più si nota; 4) a occhio e croce Tatiana ha fame di risultati come poche e deve vincere oggi non vincendo un match in torneo Itf junior e senior da tempo immemorabile; ma non sarà semplice mi dico, perché nessuna regala nulla e vincere un match in un tabellone a 32 Grade 2 è quasi più difficile che in un 10 mila senior; 5) questo campo quattro non porta e non ha portato fortuna a Tatiana che l’anno scorso perse di brutto dalla Schmiedlova: campo per ora scalognato. Ma passiamo all’avversaria, slava di nome e tedesca di passaporto: Anastazja Rosnowska. Rilevare la differenza di statura tra Tatiana e qualsiasi avversaria può essere uno scontato luogo comune, ma la Ros – la chiamo così che si fa prima – è un candelotto di figliola che arriva a quasi 1.85: ovvio che abbia leve lunghissime e braccia altrettanto. Le fasi iniziali del match sono, in ogni torneo, quasi sempre favorevoli a Tatiana che disorienta ogni avversaria (ovviamente in ITF) perché è forse l’unica a praticare oggi questo suo tipo di gioco. Metterei le mani sul fuoco che nessuna delle 32 qui a Firenze gioca un tennis così rallentato, così poco spinto e a così bassa velocità, diciamo un 30-40 km di meno in media, e con colpi quasi piatti senza rotazioni esasperate. Non si sa come ma la maggior parte delle giocatrici vanno in tilt contro il gioco di Tatiana, e non è raro, statistiche alla mano, che Tatiana vinca il primo anche per 6/0 o 6/1. Poi le si prendono le misure e la musica cambia. Mi viene in mente un paragone augusto, non so a voi: ai miei tempi c’era un tale e sopraffino giocatore che era Miroslav Mecir. Anche lui non picchiava ma accarezzava, non arrotava e faceva sbagliare più che far punti: ovvero faceva imbestialire gli avversari. Tatiana è molto saggia: palleggia e fa palleggiare e induce all’errore quasi per stanchezza; se messa all’angolo alza e torna al centro; oppure ricorre a un back che sta nell’aria un’infinità di tempo e ricade a un pelo dalla riga e sembra indirizzato col pilota automatico. Unico neo: prende dei rischi pazzeschi perché gioca corto ahimè, spesso appena dopo la riga del servizio; è anche vero che la palla arriva corta ma tesa e rimbalza poco cosicché per alzarla – se poi hai anche le leve lunghe – devi piegarti molto e dare una gran ruotata di polso. Direi facilmente che ancora quest’anno la dote principe di Tatiana è la difesa. Anche oggi in vari casi la si è vista recuperare alla disperata punti fatti e chiusi e rimettere e tornare al centro e uscirne col punto a suo favore. Certo: quando si trova davanti una che picchia davvero e tiene la palla in campo sono dolori: ovvero avviene la famosa scena muta. L’obiettivo delle avversarie è cominciare a registrare i colpi prima che sia troppo tardi. In sé la partita di oggi ha avuto poca storia: la spilungona, che come valore assoluto è una giocatrice normale, ci ha messo del tempo prima di raccapezzarsi e quando si è svegliata si era già 5-0 Tatiana: lì un game lungo ai vantaggi e se lo aggiudica la tedesca che comincia a pigiare di più, con Tatiana che per la prima volta tentenna. Ma Tatiana sfodera un altro dei suoi colpi in repertorio e cioè la risposta aggressiva a sorpresa sulla seconda debole; e il set finisce a 6/2. Sospetto però che la partita non sia chiusa soprattutto perché Tatiana continua ad accorciare (e allora mi viene in mente che possa essere una tattica: per fare venire a rete la tedesca e infilzarla!). La tedesca è però gradualmente spompata accumulando ormai scambi estenuanti a volte anche di 15/20 rallies di media, e Tatiana le dà nel secondo addirittura cappotto.
Bilardo. Compito sulla carta difficile perché gioca con la tds n. 3 Antonitsch austriaca, piccolotta ma soda e tosta dai denti radi e i biondi capelli crespi. Federica deve confermare la splendida trasferta di Solarino dove ha rischiato di vincere pochi giorni fa contro la Barbieri top 200 WTA. Sia come sia è la prima volta che, da suo tifoso, la vedo dal vivo e quindi provo una seconda fibrillazione. I dati mi erano in certo senso noti. Appunto la velocità di palla di Federica rispetto a Tatiana è un’altra cosa, anche perché la austriaca non si risparmia e tira altrettanto forte. Il gioco di Federica ruota sul diritto spinto e carico, ma non male il rovescio se non quando, forse più stanca o per alternare e prender fiato, lo alza. La prima di servizio è decorosa ma data la sua altezza (finalmente una italiana alta!) può chiedere da esso più punti e più situazioni favorevoli, a maggior ragione aggiungendo che è servizio mancino. E ha una bella varietà di seconde soprattutto slice, una delle quali definirei “a spazzolata” come si diceva un mezzo secolo fa il rovescio bimane di Beppe Merlo. Anche l’austriaca non è da meno e ci dà dentro con tutti i colpi. Per cui si instaura nei primi games un bel braccio di ferro senza risparmio, e come dice un celebre messinese le due se le danno di santa ragione. Bilardo di potenza sfonda le resistenze, l’austriaca ci mette del suo con imprecisioni e indecisioni soprattutto a rete, e si va di questo passo a 4-1 Bilardo; piccola reazione dell’avversaria che arriva sino a 4-3, ma Federica approda al set grazie anche alla smorzata sempre micidiale. A rete comunque la austriaca è una frana. Forse Federica deve proporsi di stare concentrata per tutto il match e di evitare i passaggi a vuoto. Ne ha uno puntuale all’inizio del secondo set dove va 2-1 sotto e non è più così incisiva e propositiva di rovescio. Forza troppo e non trova il campo ma anche l’austriaca commette ingenuità a non finire e la partita diventa fallosa e nervosa. Il match finisce sul 6/4 su una palla timidamente ma inutilmente contestata dall’austriaca. E domani come dicevo match dai molti risvolti tra due coetanee che si conoscono a menadito.
Completo il panorama soprattutto circa i nostri e le nostre: fuori tra le girls Gardella e inopinatamente Torelli, che faceva splendidi punti ogni volta che passavo dal campo cinque: ma la sua avversaria è… satanica e andrà tenuta d’occhio; fuori la simpatica e sorridente Gardella; nel quasi derby la spunta Mordegan sulla svizzero-pisana Bandecchi; la ripescata Viviani detta anche Mary butta fuori la colored inglese Lawson (Cordovani mi si dice aveva la febbre). Nei Boys fuori purtroppo, e spiace, Fonio, dopo un buon avvio ma avendo subìto un infortunio che lo ha sicuramente limitato (e aveva contro la tds n. 1). E fuori soprattutto Mora che non ho visto come dicevo ieri del tutto convinto e determinato in campo, ma che tutti ammettono gioca il più bel tennis del torneo. Dentro invece e autorevolmente ma in attesa di verifiche Pellegrino, Mosciatti, Moroni (che armadio!) e Giacomini. Se ne riparlerà. Il mio beniamino diventa Summaria, oggi ancora a mani basse: sennonché, un’altra volta, l’avversario non faceva testo. Sospetto però che Summaria sia un giocatore sicuramente rapido ma leggerino dopo tutto, e presto gli capiterà qualche marcantonio dell’est.
Ben poco posso dire per ora degli stranieri di entrambi i tabelloni. Al momento la Pislak tds n. 2 è un set pari con una cipriota. Personalmente faccio un nome per i prossimi turni: la slovena Juvan, classe 2000, giustiziera di Gai e Traversi in quali e oggi vincitrice sulla tds n. 8. Non male mi pare.