Mio costume è scrivere prima degli incontri che mi premono per vedere anche quanto ne capisco, e misurare il mio naso tennistico, e poi magari ex post compiacermene. E mi ci provo circa le semifinali e la finale del penultimo torneo di SM di Pula femminile. A proposito, questo è il penultimo appunto, e dopo si smonteranno le tende e si riporranno i materiali sino credo al prossimo marzo 2015. Ma prima lode a voi del Forte Village! Guai a demordere, tutti si aspettano da voi un’identica sfilza di…ma quanti saranno stati questi diecimila quest’anno? e quali e quante belle partite ci avete fatto sognare!
Perché il mio titolo e cosa vuol dire. Se ci sono due giocatrici che si sono segnalate in questa tornata autunnale a SM sono Martina Trevisan e Steffi Graf Rubini. Su tutte le altre. La prima ha cantato due acuti e non ci torno sopra. In termini di rendimento e di continuità Steffi, che li ha giocati quasi tutti questi tornei, ha dimostrato che in una ideale classifica generale, mutuando il termine dal ciclismo, sarebbe la maglia rosa o gialla e la vincitrice del giro. Raro che abbia perso al primo turno, è anzi arrivata sempre molto avanti perdendo in semi magari per un niente. L’ho ribattezzata in tre o quattro modi: oggi mi viene da dire che è una fondista. In due sensi: arriva in fondo ai tornei e arriva in fondo ai match. Nove su dieci, al terzo vince a meno che non abbia davanti una decisamente più forte. Specialista poi dell’ultimo chilometro, che dico, degli ultimi cento metri, lo strappo finale prima del traguardo.
Ecco perché se lo merita: cosa? Il titolo a questo torneo di SM di Pula. Il torneo, voglio dire. E’ la vincitrice morale in ogni caso. Ma ragioniamo. Intanto sta nella metà inferiore del tabellone dove ha avanzato sino alla semi odierna approfittando del declino ormai evidente della Remondina tds n. 2. Colpisce il punteggio autoritario 6/2 6/2 che le ha inflitto. Ma in precedenza aveva spolverato via anche la Klasen tds n. 6 (6/1 6/1!!) e sorella di quella che gioca la semi alta contro Lisa Sabino. Da questa semi pronostico debba uscire Sabino, la veterana. Appunto sotto Csoregi magiara – che non vorrei che qualcuno, ignorante di fonologia ungherese, chiamasse Scoregi! – se la vedrà con Steffi. Sono ottimista perché appunto Steffi è maratoneta e gioca bene i finali di torneo come detto; poi perché la magiara ha avuto la sua bella dose di fortuna, per parlar bene, e deve ringraziare il santo patrono: ha battuto sì la Benoit al primo turno, ma la belga è in caduta libera; è poi venuta a capo di un match combattutissimo chiuso al tiebreak del terzo con la nostra Hofer, e ha quindi passato il quarto di finale per ritiro della Ferrando, che magari aveva male al pancino, e la quale Ferrando avrebbe vinto in condizioni normali. Postilla: nella parte alta ennesimo splash di Nancarrow, battuta senza colpo ferire dalla Simic che poi lei stessa ha ceduto alla Klasen, la sorella teutonica più forte. Campagna di Sardegna piuttosto magra e avara per la australiana, che era qui da luglio mi pare.
Forza quindi Steffi, e chi vivrà vedrà. Ovvio che al 5 ottobre le marcature sono saltate, e le classifiche WTA non contano: sennò vince la Sabino. Ma attendetemi domani su questa finale sarda e soprattutto sulla Serie A 1 da Prato.