Il tennis l’ho sempre concepito come un evento trasversale e globale, perché nelle classifiche ogni settimana c’è chi può avanzare di centinaia di posizioni per una serie di risultati fortunati, e chi viceversa può scendere di altrettante; e perché chi vedevi magari l’altro ieri a un ITF 10 o 25 mila te lo ritrovi a fare le qualificazioni a Wimbledon e magari anche in tabellone. Vi apparirà, il seguente, un pezzo che va proverbialmente dalle stelle alle stalle…
Wimbledon per l’appunto: uno dei tornei più bruttini e infelici per i nostri colori da vari anni a questa parte. Rimane in lizza Bolelli oggi, ma con un avversario proibitivo, sebbene mai dire mai e Bolelli sull’erba sia tutto sommato il più adattabile dei nostri di punta. Fognini no: non ha mai fatto un risultato degno di nota sull’erba. Direi, a questo momento ormai di apice della carriera, che è un giocatore resistente alla fatica, che può giocare bene anche long matches, ma con fondamentali da terra poco necessari e inadatti all’erba: ha ottime gambe ma non è propriamente agile e leggero come bisogna essere sull’erba, a meno che tu non sia potentissimo. Fa troppa apertura nel diritto e sull’erba devi impattare il più avanti possibile per non perdere tempo e campo. A rete non è un fenomeno, e dal servizio non ha quel contributo di aces e di prime efficaci che serve. Ma il torneo disastroso è quello delle donne che in passato non avevano mai deluso come quest’anno. Errani litiga da sempre con l’erba e non c’è da meravigliarsi. Vinci è in teoria la più erbivora delle nostre, e ha, salvo il servizio, il rovescio che serve e che fa male qui, e a rete non si tocca e non si discute. Purtroppo ha anche una certa carta di identità, e piano piano sta scendendo in classifica e non mi stupirei di vederla ben sotto il 50 WTA a fine anno. In caduta libera. Giorgi, pure, sull’erba non ha fatto male in passato, e mi sono sorpreso abbia perso dalla modesta Riske. Ma siamo abituati da lei a questo rendimento altalenante, una partita bene, una seconda benissimo, un exploit addirittura, e poi un flop. Siccome l’ho sostenuto in passato, che se giochi alla morte il singolo ti spompi mentalmente in doppio e alla lunga lo paghi, Errani-Vinci dovrebbero trarne vantaggio ora che sono fuori dal singolo. Ma c’è sempre di mezzo l’erba e le due hanno sempre stentato a Wimbledon: vedo cioè le due cinesi come minaccia principale, le coppie spagnole sempre più forti, e anche all’orizzonte le due Williams, che sanno bene che sono comunque competitive su questa superficie. Quindi non sarà facile per Sara e Roberta, che dovranno inventarsi qualcosa di tatticamente diverso rispetto a Parigi dovessero riarrivare in finale con le due cinesi.
Roma del mio titolo è il torneino da 10 mila ITF Tevere Remo. Essendo svolto al Circolo Canottieri non si tratta del fondatore di Roma cui il Circolo è intitolato, ma il nome si riferisce al remo con cui la canoa e la barca vengono spinti (suppongo). Ne parlo soprattutto perché Deborah Chiesa, per eccellenza una rematrice, ha fatto bene sino alle semifinali perdendo da una svizzera credo del tutto normale; perché Deborah ha battuto al filo di lana Jasmine Paolini, inopinatamente (e segno che le nostre 96 sono insomma tutte lì); perché Caregaro ha perso subito pur essendo tds n. 1; e soprattutto perché accogliamo con gioia nel piccolo Pantheon delle promessine Ludmilla Samsonova, che oggi gioca la finale. Ci vuole come sempre nella vita un pizzico di quella cosa che comincia per c; e la giovane russa, che però da due settimane compare come italiana, e in main draw con una wild card, ha passato il primo turno per ritiro della navigata Sabino con cui magari avrebbe perso; poi però ha infilato tre match vinti col cuore e coi denti. È nata nel 1998 questa giocatrice, e sta facendo torneo dopo torneo senza demordere da marzo a ora, ben comportandosi. E’ insomma in costante ascesa. Ne ho visto sprazzi molto positivi a Firenze gioivanile e ricordo di essermi segnato il nome sul mio taccuino mentale: bel fisico chiaro e biondo, colpi secchi e schioccanti, notevole anticipo, pressione da fondo…insomma se accorci ti impallina inesorabile. Mi pare di aver capito che a ogni torneo è trattata coi guanti, e prende dappertutto la wild card, perché è dell’entourage Sartori. Diverrà magari una specie di Grymalska naturalizzata. Oggi se la vede con quella che ha battuto la Lombardo (e la Chiesa) in un match lungo e molto equilibrato.
Todi c’entra perché la carovana femminile vi si sposta da oggi. Altro 10 mila di una serie italiana sino a metà luglio senza soluzione di continuità. Bisogna approfittarne anche se i vantaggi che si ottengono in termini di punti (e di soldi) sono limitati, e per le nostre giovani sarebbe meglio avere una wild card a dei 25 mila. Ma sono fuori dai confini. Qui due le cose da notare: riscende in campo Tatiana Pieri, fresca di ranking 959 WTA. Insomma prima arrivava ai tornei con una Cinquecento scassata e tendendo la mano (dico per avere la wc), ora è alla guida di una BMW fiammante da fare invidia. A Todi gioca subito in main draw. L’altro dato è che Martina Trevisan è riscomparsa dalla circolazione, e non figura più iscritta, e quindi nemmeno ritirata, ai tornei italiani di qui a luglio. Ricorreremo a Chi l’ha visto?
Per finire: Wimbledon junior. Anche qui ci si preoccupa: in tabellone femminile solo Bianca Turati, laddove Bellis 1999 è già tds n. 2 e la Vondroušová n. 15, senza contare altre babies che ormai ti scattano avanti in faccia. Al maschile Berrettini, Baldi e Pellegrino, se non arriveranno altri e altre dalle quali, ma ne dubito, e non so nemmeno se ci sono. Come la nazionale di calcio, anche nel tennis, se non tutto, qualcosa è da rifare.
Correzione last minute, ore 13: Berrettini e Pellegrino hanno fatto e superato le qualificazioni, quindi onore a loro. Fallite le quali invece da Chinellato, Brescia e Hofer. Sempre così: meglio i maschi che le femmine, ma a livello junior.