Stavo per titolare “Che figura!”, poi mi sono trattenuto. E mi sarei riferito all’uscita al I turno a Parigi junior, tra quali e main draw, dei cosiddetti azzurrini, che sono piccoli azzurri in tutti i sensi, soprattutto in quello che hanno ancora tanto da pedalare per diventare veri azzurri competitivi. Bianca Turati soprattutto non è riuscita a fare un suo solito match “turato”, e ha perso misteriosamente a zero entrambi i set da un’americana dal nome amerindo che è anche più giovane di lei di un anno: magari anche forte, per carità, ma Bianca è la migliore delle italiane! Viceversa al maschile, ove Baldi continua a deludere, Berrettini ha almeno lottato. Hofer si sa è in un momento no da marzo a questa parte. Dunque niente scuse: la nazionale di Prandelli fa schifo contro l’Irlanda ma c’è l’attenuante che schieravamo le riserve, sebbene io non sia convinto della bontà della squadra. Qui a Parigi junior potevamo calare solo l’asso Quinzi, lui solo è un under 18 veramente forte e di vertice. Insomma ho fatto una classica preterizione, così si dice in retorica, e dichiarando di non voler parlare di una cosa ho finito per parlarne. Ma se a volte critico non è per distruggere ma perché vorrei vedere sempre i nostri vincere e trionfare.
Punto e a capo. Invece tutti a gioire… per Gioia. Nulla di eccezionale, ma ha vinto un 25 mila dove ha battuto, dicevo ieri, fior di giocatrici come si dice “importanti”, cioè dentro e ben oltre il 200 WTA. Ha vinto con tenacia, stando attaccata al punto, rimontando a volte, aumentando il ritmo della pedalata verso la fine del match. Abile e arruolata, dico alle alte sfere. Ipotizzo una rapida scalata che la porti presto ad appaiare, e, visto che uso la metafora ciclistica, scavalcare in classifica anche Burnett. Di più per ora non oso dire, ma Gioia mi pare sia stata attardata da un infortunio da junior, e inoltre la criticavo tempo fa perché aveva poco coraggio e non cercava mai di farsi avanti nei tornei WTA, e di mettersi in gioco.
A me questa giocatrice piace per motivi anche sentimentali e biografici. Da Forlimpopoli sono passato spesso nella mia vita, e sin da quando ero piccolo mio padre mi insegnava che laddove Forlì vuol dire Forum Livii, Forlimpopoli significa Forum Livii et populi. A Forlì ho inoltre giocato spesso a tennis in tornei di terza categoria, e anche in uno under 14 dove raggiunsi le semifinali battendo prima un idoletto locale che si chiamava Buratti e poi prendendole di santa ragione da Simoncelli, che poi fece strada e fu un buon seconda sui vent’anni. Chissà dove sono adesso questi due, uno di Cesenatico e l’altro, credo, di Ravenna, città di cui erano originari anche i due più forti miei coetanei della regione, Sarti e Borghi. Chiudo questa reminiscenza con quest’ultimo: vi persi 6/4 7/5 in una epica partita all’ombra della chiesa parrocchiale di Bagnacavallo, in un campo vicino a un pollaio dove le galline starnazzavano.
Bando all’Amarcord: Gioia non deve afflosciarsi: batta anzi subito il ferro sin che caldo, e si precipiti a iscriversi alle quali dei prossimi WTA. Abbiamo bisogno di ricambi come l’aria che respiriamo.