Bilanci di fine torneo a Firenze

by Franco Marucci

Saprete forse come è finito il torneo fiorentino e chi sono i vincitori; e comunque rinvio gli interessati e gli ignari,  per la cronaca dettagliata delle due finali, al sito Ubitennis di Ubaldo Scanagatta dove potrete leggerne il mio resoconto. Non nascondo che il sottoscritto Franco Marucci ha una seconda volta steccato clamorosamente il pronostico, ma… per colpa di Schmiedlova e di Blasko.

M. Blasko

M. Blasko

 

K. Schmiedlova

K. Schmiedlova

La prima ha giocato una partita quasi oscena, vivendo un pomeriggio di pura fifa; il secondo un po’ meglio, ma ieri era stato un’altra cosa.

J. Choinski

J. Choinski

Epperò Choinski è uscito in questo torneo a distanza.

K. Jokic

K. Jokic

Tento invece un discorso finale e generale sul torneo.  Punto primo è riguardarsi i tabelloni.  Delle grandi scuole europee erano a Firenze totalmente assenti la Spagna e la Francia (quest’ultima con un solo e debole giocatore laddove è una superpotenza del giovanile; anzi, vedo meglio, due giocatori); sparute le rappresentanze della Serbia, appena più numerose quelle russe, niente ucraine o quasi, e pochissime le baltiche. Quasi niente Repubblica ceca, e invece molta Slovacchia, che ha messo due dei suoi in finale e tre in semifinale.  Due giocatori ha portato qui l’Ungheria, ma erano pezzi pregiati. In definitiva la Germania aveva la colonia più numerosa, ma al maschile, e niente femmine. L’Inghilterra, cari amici, è in questo momento forse anche più forte ed efficiente della Francia come federazione e come movimento, e ha decine e decine di giocatori e giocatrici promettenti: soprattutto, come ho spesso constatato di persona nei miei viaggi, stanno là investendo a tappeto in strutture, attrezzature e diffusione del nostro sport. Qui però avevano portato le terze e quarte scelte. Come sempre, in quali soprattutto, e in main draw anche, gli italiani hanno fatto da padroni in termini di presenze. Ne segue che qui a Firenze nessuno e nessuna  si è vista dall’Asia, dalle Americhe e dall’Australia. Di solito in passato qualche giapponesina veniva, e le americane pure (ora mi ricordo che una poi c’era, e anche un maschio). Ma è chiaro che in un tabellone di 48 e di 32 puoi stipare solo un certo numero di giocatori, in classifiche ITF junior che arrivano a quasi duemila posizioni.

A questo proposito si può cercare di definire il valore oggettivo di questo torneo, consapevoli però che il giovanile è, si dice in inglese, intractable, nel vero senso del termine, e cioè è ingiudicabile. Qui è passato e ha vinto, oltre ad altri che hanno lasciato traccia, Federer, ma erano tempi lontanissimi nei quali i tornei giovanili erano veramente la rassegna del meglio esistente al mondo, e quando meno ragazzi e ragazze, molto ma molto meno, giocavano a tennis di ora. È anche vero che di qui è passata tre anni fa Ana Konjuh, ma fu forse un puro colpo di fortuna del torneo. Dire se Blasko o Choinski  diventeranno dei forti giocatori ATP è impossibile; forse più controllabile è il femminile dove Schmiedlova, o Jokic,  si inseriranno certo prima o poi nelle classifiche WTA: ma per dire dove arriveranno ci vuole un mago. Tutto questo perché? Avrei la risposta pronta: mentre l’ATP e il WTA sono globalizzati, l’ITF junior non lo è. Come dicevo sopra e nei giorni scorsi i giocatori a questa età non viaggiano tutto l’anno a fare tornei come i fratelli e le sorelle maggiori, e australiani, americani, sudamericani e asiatici selezionano accuratamente quelli europei. Se ne stanno per meglio dire rintanati nelle loro academies ad allenarsi e escono dalla clausura solo raramente e quando c’è vera posta in palio.  Seconda cosa: la velocità di maturazione di un giocatore e i famosi margini di miglioramento.  Quante volte è accaduto che un forte giocatore è emerso dopo una carriera giovanile inappariscente, addirittura poco promettente. A parte le eccezioni, conta vincere dai venti anni in poi.

Non resisto a questo punto alla tentazione di assegnare le pagelle alle nostre e ai nostri.

Nel femminile la migliore è stata largamente Georgia Brescia, l’unica a impensierire Schmiedlova insieme alla Gálfi, e oggi la Jokic. Subito sotto va citata Lucrezia Stefanini, la giocatrice più eclettica ed adattabile che si è vista qui fra le nostre, capace di sopperire ai suoi limiti tecnici e atletici con sapienti e astute variazioni di gioco e rotture di ritmo che da sempre fanno imbestialire i giocatori abituati a tirare tutto. Giulia Sartori prende ben più della sufficienza per essersi riaffacciata ai main draws e aver dato tutto quello che poteva  con grande generosità, e considerati i suoi mezzi; sufficienti pure Chinellato e Meliss, la quale ultima avrebbe colpi di buona fattura e a tennis sa giocare molto bene. Capogrosso secondo me si farà e merita attenzione. Da Bianca Turati ci si poteva aspettare francamente di più, soprattutto in termini di gioco: la nostra tira ancora molto piano e se non mette un turbo nel motore mi sa che rimarrà presto al palo. Detto della incolore Mordegan, rimangono due giocatrici su cui si sta attualmente scommettendo. Mi aspettavo il colpaccio da Tatiana Pieri, e ciò non è avvenuto, ma le do ugualmente un sei e mezzo di stima dopo che si è visto con che fior di giocatrice è caduta, e quanti giochi hanno racimolato le altre contro di lei. Ho scritto su Tatiana fiumi di parole e non mi ripeto, si rileggano magari i post di questa settimana. Anche su Simonelli (che la nostra Federazione porta in palmo di mano, con qualcosa come tre allenatori al seguito!) non si può infierire: ha domato una croata mancina che ha messo in mostra uno dei più splendidi diritti arrotati del torneo, e ha poi sbagliato totalmente partita contro la Schmiedlova. Dovrà aggiustare il carattere e non di poco, perché ancora piagnucola troppo e se la fa addosso; eppoi vuole  tirare troppo forte rispetto alle sue attuali possibilità, e non controlla il colpo a lungo andare. Delusioni? Direi due e cocenti: Verena Hofer, perdente contro una danese senza arte né parte, e soprattutto Beatrice Torelli, la cui controprestazione a me spiace particolarmente perché è una giocatrice…del mio vivaio. Ma al tempo, non mi posso esimere dal dire qualcosa del tabellone qualificazioni, e premio con un voto alto sei giocatrici, ancora giovanissime e nate nell’arco 1998-2000. Sono Rumi di cui ho ampiamente parlato, Ceppellini (che dovrà cominciare a capire la necessità di giocare dentro le righe e a non sparare tutto all’impazzata), Traversi, Reda (notevole mancina), e Di Carlo, che una volta irrobustita si farà valere. Lascio da ultimo Sara Gregoroni, con il dispiacere di non averla vista in azione: ma ha perso 6/3 6/3 dalla Tomic che ha fatto partita tiratissima con la Samsonova la quale nel main draw è stata sconfitta solo 6/4 6/4 dalla Brescia: è un ragionamento contorto, d’accordo. Spero vivamente di rivedere la Gregoroni, almeno, quando vado a Rimini a trovare i miei parenti, e le auguro un gran domani. [Parentesi personale, Sara è del Tc Valmarecchia, vedo, e io sono cresciuto tennisticamente al CT Rimini, quello sul lungomare vicino al Grand Hotel, e dove custode era il mitico Edo Grossi, e i giocatori di punta  Maiki Morri, Gilberto Garattoni, Alberto Ciminale, i fratelli Briolini, Athos Taddei, più grandi e un poco più forti di me: cose che ho raccontato nel mio libro Pentapoli, Firenze, Masso delle Fate, 2011].

Al maschile i segni più incoraggianti sono venuti da Ramazzotti, che merita il voto più alto, forse il massimo possibile,  facendo una media tra gioco visto ed età ancora verde, e cioè parlando in proiezione. Da oggi va messo in teca il ragazzo con la dicitura “fragile. Maneggiare con cura”. Subito dopo prendono un bel voto alto Berrettini e Stefanini. Da entrambi era lecito aspettarsi però un tantino di più nel momento caldo dei quarti. Scendendo si possono costituire alcune categorie. Quelli che non nomino nel main draw sono stati senza infamia e senza lode; una fascia di buoni o discreti giocatori include Roncalli, Bonacia, Dalla Valle e Mosciatti; tra quelli da rivedere e tener presenti sono Lulli e Mora.  Rivelazioni? Per me Diego Morelli, che le ha rimediate da Biro ma poteva fare molto di più impostando una partita diversa;  il simpatico colored sardo ha cioè buona attitudine tennistica ed è tutto da costruire atleticamente. Vere e proprie delusioni non ce ne sono state. Cutuli e Pellegrino (quest’ultimo etichettato da qualche giornalista  come “il giocatore siciliano”, laddove a me risulta barese: si informi) potevano fare di più ma non hanno demeritato, e Moroni è acerbo perché ancora molto giovane, ma possiede un repertorio colpi di tutto rispetto. Chessari…taccio, mi fa dispiacere notare che col braccio che ha non fa cronicamente risultato. Anche Carli riscuote meno di quanto vale. Dalle quali c’è qualche nome da fare? Sì, certo, e lo sapete: Iamunno su tutti, che ha perso con la testa di serie n. 1, e non di goleada, e ha messo in mostra la risposta al servizio più reattiva e anticipata del torneo e altri fuochi di artificio: tecnici federali, lavorateci sopra, è del 1998. Poi Fonio, che ha conquistato il main draw dove non ha fatto poi male.

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