Acqua e sapone

by Franco Marucci

Senza tanti fronzoli, e senza fare pedisseque cronistorie della giornata odierna al torneo fiorentino, che trovate su altri siti, mi soffermerò qui su quattro argomenti.

E il primo è Tatiana Pieri, inevitabilmente: un mio pallino.

Tatiana Pieri

Tatiana Pieri

Ero dubbioso sul suo incontro, e mi dicevo che troppe speranze erano riposte su di lei oggi: sulla base di un equivoco, in fondo. Che è che – l’ho già notato su queste pagine –  un torneo 10 mila ITF senior, soprattutto a inizio stagione con le giocatrici ancora da rodare e appena uscite dal letargo invernale, non è molto più forte, anzi è forse più debole, di un torneo giovanile Grade A o 1 o anche 2, cioè la quotazione di quello fiorentino. Una giocatrice come Kristina Schmiedlova, in altre parole, e dico n. 9 del ranking junior – che si è detto fino alla noia è un ranking relativo, ma che certo non conta e vale nulla – batte facile fino al 300-250 WTA in media e vale più o meno questa classifica. Sebbene Kristina sia 1127 WTA, ma soprattutto perché non ha fatto o fatto pochi tornei senior. Non ho appurato, né chiesto in giro, ma se conoscete o guardate in foto, e comparate, Kristina e Anna dello stesso cognome, noterete che sono quasi sicuramente sorelle: Anna la più grande è niente di meno che n. 68 WTA! Buon sangue non mente.

Acqua e sapone significa che quello di Tatiana è ancora un tennis fatto in casa, rozzo e da raffinare. Meglio così, se perdesse giocando bene e sapendo ormai tutti i trucchi del mestiere vorrebbe dire che non avrebbe margini di miglioramento, e invece li ha e spiego perché.  Anzitutto oggi al bar prima dell’incontro era accanto a me Jessica la sorella. Un po’ triste il suo caso: tre anni fa fece un figurone a questo torneo e batté la Gariglio, e tutti gridarono abbiamo la campionessa. Poi si è andata via via smarrendo, e ora fa un agonismo ridotto e si iscrive e poi si ritira a ogni torneo. Oggi aveva appena ordinato l’acqua per la sorella. Come nei romanzi vittoriani si è fatta da parte, forse pudicamente intuendo che la minore sta sopravanzandola: ha perso motivazione, fa la portatrice di borracce. La Chinellato, sconfitta a una lontana Lambertenghi in finale, è ora in rampa di lancio, e batterebbe Jessica credo facile facile. Tornando a noi, i Pieri si presentano sempre al completo ai tornei di Tatiana: c’è anche un fratellino in carrozzina, e Jessica lo accudisce amorevolmente insieme alla mamma. Il padre se ne sta all’angolo del campo dietro la rete, ma mai vista persona più corretta e sommessa. Una famigliola unita, vecchio stampo; se si perde non si fanno drammi. Quanto al gioco e ai miglioramenti, oggi Tatiana non ha messo nemmeno un vincente in tutto l’incontro, sia perché la Schmiedlova non glieli ha fatti tirare, prendendosi il punto prima di lei, con inesorabili uno-due che non lasciavano scampo; sia perché, se anche li avesse tentati sarebbero stati telefonati, molli, subito trasformati in un micidiale contrattacco. Dunque la prima attenuante è che Tatiana non ha ancora i muscoli necessari a sviluppare potenza, ma va già meglio che un anno fa. Questo processo, questo sviluppo anzitutto muscolare richiederà nel suo caso non mesi ma anni. Si può supplire con la velocità di esecuzione del colpo, ma relativamente. Ma altre sono le cose che richiedono urgente attenzione: l’impatto con la palla è approssimativo quasi sempre, il braccio va in allungamento nel diritto, la palla è il più delle volte scentrata o steccata; le rotazioni sono cosa ignota salvo il back di rovescio, che lentissimo e stando a lungo in aria permette il recupero dall’angolo al centrocampo. Due manchevolezze oggi sono state eclatanti: palle troppo corte (ma a volte è l’avversaria che non ti permette di allungare!) e servizio deficitario. Polemizzai amichevolmente con Commentucci giorni fa: qualcosa è cambiato, ma il servizio di Tatiana rimane in sostanza solo appoggiato, senza lift o kick o palla piatta e forte. Una semplice messa in campo. Questo torneo sta dimostrando che se non hai un efficiente servizio, prima e seconda, sei spacciato.

Alessandra Simonelli è la più seguita dai tecnici federali: sembra un fiorellino che è quotidianamente innaffiato. Al suo match hanno assistito Palumbo, Serra Zanetti e Garbin, più il padre. Mancavano solo Binaghi e Palmieri, o magari Pietrangeli. Non passava punto che non ci fosse un coro di commenti e di consigli tecnici: stai dietro la riga, attenta al vento, fai un passo avanti, dai questo punto… Non vorrei la ragazzina crescesse come il cagnolino al guinzaglio. Non discuto il punto tecnico, ma il carattere: troppo emotiva. La croata mancina aveva trovato il lato debole caricando forte il diritto arrotato contro il suo rovescio; ma fortunatamente si è spenta. Meno convinto ancora sono rimasto da Bianca Turati: la olivastra portoghesina alzava pallonetti millimetrici con il contagiri e Bianca non sapeva che pesci prendere e anche lei si metteva a giocare di rimessa e di pazienza. È stata a due passi dall’ubriacatura. L’ho trovata rinforzata di fisico, irrobustita, ma sempre minuscola; soprattutto senza il fendente risolutivo che è la sola arma contro le rimettitrici, o anche dette pallettare senza eufemismi.

Moroni è due o tre anni che deve esplodere ma non lo fa. Qualcuno disse che “tirava comodini” tanta era la potenza che aveva sin dai quattordici anni. Il fisico che ha fa effettivamente spavento, ma gli manca la continuità. È inutile fare due o tre colpi spettacolari seguiti da altrettanti gratuiti. C’è in tutto questo un sottinteso che non dico.

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