Era il palleggio di riscaldamento tra Di Carlo e Turco, stamattina ore 10.05, e per la seconda volta in poche ore mi sono trovato a tu per tu, o diciamo meglio gomito a gomito sulla panchina del campo n. 5, con Silvia Farina. Occasione da non perdere per una breve e rispettosa intervista. Silvia a quanto ne so è rimasta nel giro, anche se, divenuta mamma, non allena ufficialmente nessuno o nessuna, e impugna spesso il microfono nelle dirette tv dei tornei femminili WTA. Ho sempre avuto molta stima di lei, anche perché è stata la prima italiana dell’era moderna, o forse la seconda ex aequo, ad aver vinto qualcosa che conta in WTA.
Disponibile ma guardinga Silvia, che si sbilanciava poco anche quando era giocatrice. La prima domanda, come ovvio avendola vista sia ieri che oggi, è se segua qualche giocatrice in particolare: risposta no. Dopo l’intervista ho invece notato che sedeva lì per la Di Carlo, con cui si scambiava occhiate di intesa e a cui rivolgeva incoraggiamenti piuttosto parchi. Un punto di riferimento. Quali delle baby farà strada? Risposta collettiva: buone tutte le 1999 e anche le 2000, e la Rumi in particolare. Dolenti note, dico in parentesi: la Rumi sul campo lontano stava praticamente cancellando la buona impressione di ieri (anzi no, non mettiamola così, ha un sacco di attenuanti), cercando testardamente di spingere nell’angolo la Sema, che ha due gambe grosse così (cioè sono filiformi, ma prende tutto e rimanda a candela), tanto che per farle il punto devi avere un vincente più rapido, anticipato e potente di quanto attualmente la Rumi disponga. Da ciò avete dunque saputo che il cammino della Rumi a Firenze si è chiuso, ma torna a casa avendo fatto esperienza e tesoro di questa sconfitta.
Altra domanda a Silvia Farina, se Tirrenia funziona: eccome, hanno fatto un bel lavoro e stanno tirando fuori dei bei giocatori; anzi, bisognerebbe allargarla. Passiamo al tennis nazionale: che ne dice Silvia di Giorgi e di Burnett. Bene, benissimo la prima, che non ha paura di nessuna, e ha fatto progressi inimmaginabili; meno positivo mi è parso il parere su Nasty: che si muove poco e male. Le domando a bruciapelo, ma la Schiavone, compagna di tante battaglie, non farebbe bene a ritirarsi viste le magre? Risposta non-committal: se continua vuol dire che se lo sente ancora, e che non le bruciano le sconfitte e i posti perduti in classifica. Ho tentato infine di farle dire chi vede bene oltre il 200 WTA, se Barbieri, Grymalska, Moratelli, Rosatello, Matteucci, Paolini…ma non c’è stato verso. Poi ognuno è andato per i fatti suoi.
Dalle quali sono usciti per il main draw cinque italiani e un tedesco, e purtroppo il tedesco ha eliminato l’italiano a mio avviso più interessante, Iamunno, autore di una prova opaca che però non ridimensiona quanto di buono ha fatto vedere nelle due partite di ieri. L’avversario, iscritto alle quali con una wild card, è classificato n. 173, e mi sembra tutto dire. Insomma Iamunno ha pescato l’avversario più ostico che gli potesse capitare. Nel femminile quattro le qualificate e due sono le nostre Meliss e Sartori (le altre due Bandecchi e Samsonova). Fuori anche dunque Beatrice Reda, irriconoscibile dopo avere domato ieri la svizzera in un match che le è rimasto nelle gambe, e la notte non ha smaltito.
Intanto il Circolo ha già accolto a braccia aperte parecchi giocatori e giocatrici che da domani animeranno il torneo vero e proprio. Viste Georgia Brescia, Verena Hofer a tifare Meliss, e Silvia Chinellato dimagrita… e chissà quanti altri e altre in incognito. A lume di naso anche gli osservatori, i tecnici e gli allenatori, federali e non, affluiranno in massa: e ho appena fatto in tempo a notare la Garbin e Mosè Navarra. E in extremis ecco che Enrico Roscitano invia alla stampa i tabelloni dei main draws. È troppo tardi, cari amici, ci vorrebbe un’articolessa per cominciare a fare deduzioni e riflessioni e pronostici. Mi limito a dare la brutta notizia che Tatiana Pieri ha pescato il peggior sorteggio che si potesse pensare: incappa subito nella Schmiedlova, tds. n. 1. Si salvi chi può! Leggetemi domani sera, scriverò in dettaglio della giornata che ci attende.