Mi sbrigherò in poche righe dei tabelloni senior, per vari motivi: se si rovista in Internet vi sono centinaia e centinaia di articoli, resoconti, analisi, interviste, gossip vari, e servizi fotografici, e sprecherei il fiato; e vi parlano e scrivono fini dicitori del tennis che sanno vita, morte e miracoli di tutti, e al cui cospetto faccio la figura del pigmeo. Secondo motivo è che…sì, ho visto solo sprazzi di incontri, perché si gioca a ore troppo tarde, e la notte preferisco dormire avendo qualche primavera sulle spalle. Debbo anche rivelare una mia idiosincrasia: il match tennistico lo devo vedere in diretta, e un match di cui io sappia già il risultato mi scade di interesse di un 50%…
Allora, sbrigandosi: scrivevo che l’inizio della stagione nell’emisfero australe era stato per noi un semidisastro. Gli aziendalisti stanno invece inneggiando. Qualcosa di meglio si è visto effettivamente in questa prima settimana, ma non credo si debba esultare, soprattutto come movimento tennistico generale. Nel femminile sopravvive alla fine della prima settimana la Pennetta. Onori a lei. È da dieci anni e passa sulla breccia e dopo un avvio di carriera incerto, altalenante, è esplosa a livelli medioalti da cinque anni a questa parte; anzi in questi ultimi mesi, dall’estate scorsa, è tornata giocatrice top 30. Globalmente una delle migliori giocatrici italiane sicuramente degli ultimi quindici anni, ergo di sempre! Credo possa giocarsela con Kerber, e anche vincere. Però che delusione le altre (Roberta, Sara soprattutto), salvo l’exploit di Karin (a cui può aver contribuito una giornata no di Sharapova, che ce le ha queste giornate storte, vedi Larcher de Brito, e che mi sa sia al 40% del suo potenziale e ormai pensa ad altro). Ma attenzione, siamo solo agli inizi di stagione, possiamo solo far meglio. Nel maschile Fognini è il migliore italiano in circolazione, ma non credo possa farcela con Djokovic, perché tutto sommato manca ancora di continuità, o non ha quella continuità mostruosa che ha il serbo. Sul punto secco gioca ad armi pari, sullo scambio tenuto e prolungato subisce. Ribadisco l’allarme: dietro di lui, Seppi ormai anzianotto, c’è il vuoto, nell’immediato.
Dunque avrete capito che è iniziato anche il torneo giovanile Boys and Girls, ed è di questo che voglio parlare. Anche perché suscita meno interesse ed è invece il mio interesse principale. Sono intanto affluiti i primi risultati, e il sito ufficiale australiano ha ovviamente messo online i tabelloni. Purtroppo non riesco a trovare da nessuna parte i tabelloni delle qualificazioni, per vedere quante teste italiane sono eventualmente cadute. Il primo dato che colpisce, dando un’occhiata, ma è persino ovvio, è il pauroso ricambio dei giocatori e delle giocatrici dall’anno scorso. Credo che pochissimi al mondo siano in grado di avere il polso della situazione del giovanile, che si evolve in modo caotico e scomposto, senza possibilità di un orientamento e di farsi una scala realistica dei valori. Ho scorso questi tabelloni e trovo solo un 20% di nominativi che conoscevo. È appunto normale, perché sono di 15-16nni che si affacciano solo ora alle competizioni. Sempre da una prima occhiata la concorrenza è proverbialmente agguerrita. Il nostro bilancio, salutato in modo sempre aziendalista dalla FIT, è di nove iscritti nei due tabelloni. Ma il contingente è già ora, mentre scrivo, non decimato ma ridotto: nel maschile fuori a sorpresa Baldi (domanda: ma la vuole smettere di fare i tornei junior?), e cappotto a Cutuli; gradita sorpresa Berrettini, che estromette un giocatore quotato, anzi quotatissimo come Geens (finalista a Firenze marzo 2013, dal gioco leggero ma delizioso); in attesa Stefanini e Pellegrino. Nel femminile fuori Hofer e dentro Paolini, in attesa Brescia contro Ferro in un match difficile, e Lombardo che mi si dice in grande spolvero (vero, Gino?).
Naturalmente questa non è tutta la nostra potenza di fuoco giovanile: nel maschile abbiamo lasciato a casa o vi è rimasto per decisione sua il nostro migliore, e ignoro se Chiesa e Pairone, oltre a Torelli, e altre giocatrici, siano parte della spedizione e magari già cadute nelle quali. In altre parole nel maschile abbiamo giocatori da vendere, nel femminile scarseggiamo paurosamente. Delle 96 (e si badi, ormai diciottenni) nessuna è competitiva agli alti livelli, e dietro ditemi voi chi si annuncia e si candida: sono tutte scadentucce, o solo decenti. Ma notoriamente le italiane maturano più tardi delle slave, delle asiatiche, delle americane e delle australiane. Speriamo sia così.
A risentirci sabato prossimo se non prima per un bilancio finale: e chi dissente o ha qualcosa da aggiungere, mi raccomando, scriva e commenti.