Pare ormai accertato che abbiamo avuto un pessimo inizio tennistico di stagione: un piccolo disastro. La Hopman Cup non fa testo, d’accordo, ma in tutti i tornei australiani sino ad ora i nostri e le nostre hanno deluso di brutto, dimostrando un ritardo di forma piuttosto sconcertante: mettiamola così, e cerchiamo di nasconderci i limiti oggettivi del nostro movimento tennistico allo stato attuale, la fortuna che ci ha assistito in passato (e che ci vuole sempre sia chiaro), l’assenza di validi ricambi, e i progressi innegabili ed evidenti di altre nazioni che hanno organizzazioni più efficienti, forse materiale umano migliore, e lanciano nel circuito giocatori e giocatrici sempre nuove e competitive ogni anno che passa. Del maschile parlo sempre poco, ma Seppi, trentenne, è ormai solo mediamente competitivo, e Fognini si è forse caricato di troppo lavoro nei mesi scorsi cercando di mettere il turbo, e ora è infortunato e chissà, pronto a riprendere; dietro si agitano i soliti vecchietti agli ultimi fuochi, e i giovani annaspano e non si vede per ora alcun sostituto dei Volandri, degli Starace o anche dei Cipolla. A Melbourne confidavo in Cecchinato, ma ha fatto splash, epperò per ora buon esordio di Giustino. Giannessi non è più quello di due anni fa. Fabbiano fa risultati solo occasionali. Dobbiamo voltare pagina, e aspettare Quinzi, ma fra due anni?
Al femminile ci si consola col doppio Errani-Vinci. Ma il loro primato, a parte la sconfitta di Sidney, mi sa andrà in fumo quest’anno, ché sono sorte coppie forti e altre si sono enormemente migliorate. Nel singolo le due Ciqui hanno giocato male e perso quasi sempre da inferiori. Ora stavo giorni fa per scrivere a proposito di Sidney un post titolato così: “Alla Errani è indigesto un certo pesce”. Mi sarei riferito alla Pironkova, un “brutto pesce” alla quale ho dedicato spesso vari articoli e post, per cercare di spiegarmi come una giocatrice che oscilla sul 100 WTA ogni tanto tira fuori il coniglio dal cappello e ti stampa una partita maiuscola. Prego andare a leggere quello che scrissi quando due anni fa fece vedere i sorci verdi alla Sharapova a Wimbledon. Non ho visto il match della Errani, però, e comunque essendo la Pironkova approdata alla finale deduco che la sconfitta di Sara non è disonorevole, sennonché una giocatrice che deve puntare ancora più in alto se perde queste partite deve cominciare a pensare. Ovvio che la stagione è agli inizi ed è prematurissimo fare dei bilanci al 10 di gennaio. Delle altre: Vinci non convince, ormai andrà avanti a sprazzi; Pennetta acciaccata, Schiavone evidentemente si diverte ancora e non si decide a far figli e a dare tennisti e tenniste alla patria. Giorgi indefinibile. Ancora.
Dalle quali Australian intanto affluiscono non buone notizie. Anzitutto alcune nostre giocatrici in teoria classificate entro il tagliafuori per le quali mi meraviglia siano restate a casa: mi spiace che gente come la Barbieri e la Grymalska non abbiano voluto fare la traversata, io ci sarei andato anche a nuoto. A loro dico: se non ora quando? Ma la notizia amara e spiacevole del giorno è la sconfitta bruciante di Nasty Burnett contro la Bencic. Qualche apprensione era lecita, ma io speravo. Ora comincio a dubitare. La Bencic avendo superato un turno delle quali è ormai ipso facto giocatrice competitiva. Ma non credevo tanto così: ha ucciso l’incontro al primo set e poi ha controllato nel secondo il tentativo di rientro in partita di Nasty, come pare evidente. Ammutolito e sconcertato grido: “Impossibile Nasty!”, cioè impossibile perdere da una 1997 che fino all’altro ieri giocava gli junior (e per età può ancora giocarli!). Poi apro le classifiche e vedo che Bencic è 184 WTA, trenta posti dietro Nasty: una inezia. Se tanto mi dà tanto dovremo allora cominciare ad aspettarci l’apertura di un ciclo Bencic per la Svizzera come di uno Konjuh (altra 1997, vincitrice recente di Roberta Vinci) per la Croazia. Ecco un nuovo esempio di quel cambio di marcia e di quella velocità supersonica di miglioramento di certi giocatori, e di come altri e altre rimangono a battere il passo. Ne parlavo giorni fa su questo Blog. Così come temevo, negandolo, che Nasty potesse essere di queste giocatrici. Insomma per ora – da due anni! – staziona al 150 WTA e di lì non si smuove, mentre altre la sorpassano in tromba da dietro.