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Rosy ai nast[r]y

by Franco Marucci

Dopo una vita che tacevo riprendo la parola sul tennis. Ma parto da lontano, anzitutto per dire che procedo al momento in folle, senza eccessivo interesse per i tornei asiatici, e nemmeno per i prossimi Master. Sto in letargo per trovare poi la necessaria hybris quando fra qualche mese si ripartirà dall’Australia. Quindi salterò ogni considerazione riguardante quei tornei, e gli operati dei nostri e degli altri.

In passato ho seguito e scritto sulla Serie A femminile che è in corso. Soprattutto perché Prato, che ha uno squadrone, è a una mezzoretta di auto da dove abito, ed è un circolo dove mi trovo bene. Ci ho pensato anche quest’anno, ma ho rinunciato anche a questo impegno dopo aver visto le formazioni delle varie squadre. In parte sono vecchie glorie, in parte giocatrici un po’ stagionate e tramontate, in parte mercenarie (in senso buono, per carità: vengono per raggranellare qualche spicciolo in più, poverine). Virtualmente ci sono in squadra anche delle big, ma tutti mangiano la foglia: al massimo saranno in campo alle finali, ché sono più remunerativi i tornei ITF e WTA sparsi per il mondo. Il livello tecnico è quindi basso, benché quello agonistico possa essere alto.

Venendo al dunque, mi chiederete che razza di sottinteso ci sia nel mio titolo. Fedelissimo, ho voluto alludere a Nasty, cioè Nastassja Burnett. Rosy è Camilla Rosatello, che non so che nickname  abbia nel giro, ma non posso chiamarla Cami perché la si confonderebbe con la Came, cioè la Camerin. La chiamo Rosy, mi sta bene.

Perché parlo di queste due nostre giocatrici è presto detto: hanno fatto le quali al WTA del Lussemburgo e pur perdendo ne dobbiamo essere soddisfatti. Nasty ha obiettivamente una scalogna che peggio di così non si può. Ha fegato e va a ogni dove a giocarsi le quali, ma incappa quasi sempre in giocatrici più forti e mature, e nonostante questo perde di un soffio. Mi manca da tempo la prova visiva. Ma fare tre set tiratissimi con la McHale cedendo 6/3 al terzo significa giocarvi alla pari. Ricordiamo soltanto che McHale è lievemente in ribasso quest’anno, ma è una promessa del tennis mondiale, e a Roma mesi fa ha dato del filo da torcere alla Errani, che stava per essere risucchiata e sconfitta. Risultato probante di Nasty, che mi auguro nel 2014 possa entrare nelle prime 100, e anche qualcosa di più.

Rosy Rosatello l’ho vista spesso nei giovanili under 18, dove non ha mai fatto sfracelli per la verità.  Nei miei occhi c’è ancora un match molto tirato con la Konjuh a Firenze due anni fa. Poi Rosy ha disertato i giovanili e, anche lei indomita, si è messa a fare un sacco di ITF senza ricavare gran che, se non l’entrata in classifica WTA. Anche nel suo caso mi manca la prova visiva recente: a quell’epoca l’impressione sul suo gioco non fu trascendentale, benché notassi su Supertennis che Rosy aveva raccattato con la Konjuh il più alto numero di giochi tra tutte le giocatrici sconfitte. Ora la cosa che mi domando è come sia arrivata in tabellone quali a Lussemburgo, essendo lei di classifica intorno al 1000 (pardon: 600, nota di oggi 14 ottobre): non vedo la wc vicino al suo nome, cioè che le sia stata data una wild card. Il risultato non può far testo, epperò non ha perso dalla Giorgi di goleada. Caso poco raro abbiamo due giocatrici che si chiamano Camilla. Fosse stato 6/3  6/3 il punteggio, si parlerebbe di partita minimamente tirata. 6/2 6/2 è un classico punteggio equivoco. Ma  tutto sommato c’è stata partita con una giocatrice in rampa di lancio (ma sarà?) come la Giorgi. Ecco perché titolavo che Rosy è ai nastri, di partenza.

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