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Gradita doppietta

by Franco Marucci

Non so voi, ma a me la finale Vinci-Errani di ieri sera  a Palermo è parsa un po’ “truccata”. Metto le virgolette a scanso di equivoci: nulla di losco, di irregolare, di sottobanco, per carità. Solo che Errani ha giocato troppo floscia e svogliata, e sottotono, per essere credibile. Sono amicissime, e Roberta ha quasi sempre perso da Sara, e il torneo era poi nella patria adottiva di Roberta… Mettiamola così allora, che Sara non se l’è sentita di giocare al 100% e ha mollato nei momenti decisivi. Niente negoziato segreto nella notte, niente lancio della monetina. Rimane che la partita è stata tutt’altro che bella: a cosa si devono quei quasi 10 doppi falli, quelle smorzate lasciate eppur prendibili, quei diritti anomali fuori di due spanne, quegli approcci scentrati, quei passanti di rovescio del tutto fuori dello specchio? La partita oltre tutto sembrava un po’ lunare, coi rumori attutiti, i gridolini soffocati, e, come ci ricordava l’ineccepibile Di Natale (che nei giorni del torneo non ha sbagliato una virgola), le repressioni istintive dei “Vamos” o “Come on” che dir si voglia. Aggiungo: a un certo punto Sara, andata sotto di tre a zero al terzo, ha fatto per scagliare a terra la sua Babolat, in un gesto di stizza che non le ho mai visto fare. Hai mai Sara tirato la racchetta in un match? Altra aggiunta: il rendimento negativo o non positivissimo nel torneo (unica buona partita contro l’antipaticissima Strykova) si dovrà anche al servizio che sul “Corriere” di sabato, rivista a colori, è uscito su di lei. Qualche momento di sconcentrazione ne sarà venuto. E, per finire, se Sara gioca così piano e molle e mencia sul cemento americano tra breve… ahimè farà poca strada. A me risulta un calo un po’ generale di rendimento dopo Madrid e Parigi. Riassumendo, Roberta ha vinto nella unica maniera ormai collaudata: rubare il tempo a Sara e attaccarla forte, pressarla su ogni palla. A cominciare dalla seconda di servizio, anzi anche dalla prima. Non so cosa sia successo, ma a Palermo il servizio di Sara sembrava anche più lento e innocuo che altre volte.

Fognini come sempre dico ha mezzi tennistici notevoli, e come potenza pura e velocità nello scambio è notevole. Sul fatto che non è, o non era, continuo, mi sono già espresso nel commentare la sua partita con Dodig in coppa Davis contro la Croazia. Vale anche quanto detto sulla lenta maturazione dei tennisti italiani: il nostro va per i 26 anni o li ha già compiuti. Ho dei piccoli dubbi che Fognini abbia però acquisito del tutto questa maturità. In fondo un torneo minore lo puoi vincere, e molti l’hanno vinto. Speriamo non rimanga l’unico in carriera. Dovrà dimostrare quello che vale, e se ha fatto davvero passi avanti, nei prossimi.

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