Qualcuno ricorderà certamente la pubblicità radiofonica della domenica pomeriggio dopo la fine delle partite di calcio ormai di qualche decennio fa: “Se la vostra squadra del cuore ha vinto brindate con Vecchia Romagna etichetta nera; se ha perso consolatevi con Vecchia Romagna etichetta nera”. La applico alla giornata odierna, visto che l’ultima stilla di azzurro è evaporata a Wimbledon con l’uscita di scena del doppio Errani-Vinci: appunto mi consolo con i risultati, anche se solo in parte positivi, dei nostri giovani, dai quali comincio.
Nel maschile abbiamo centrato un due su tre con Napolitano perdente e Quinzi e Baldi vincitori. Dubitavo tempo fa di Napolitano, e ridubito: a questo punto perde ormai troppo regolarmente da giocatori normali per essere una vera promessa. Ma come dicevo ieri, improvvisamente anche gli altri due arrancano. Quinzi ha faticato sin troppo e Baldi ha addirittura tremato. Il suo avversario, per chi ha buona memoria – Billy Harris – perse l’anno scorso a Firenze da Massara: me lo ricordo come un robusto e alto corazziere dalla prima velocissima e potentissima ma senza un vero gioco, anzi un gioco rude e sommario, tanto che, una volta risposto e avviato lo scambio, dopo poco arrivava il punto in un piatto d’argento. Sarà anche migliorato nel frattempo. Comunque il risultato maiuscolo viene dalla Matteucci, che ha lottato estromettendo la Ducu, una giocatrice piuttosto quotata. Onori, non lo credevo possibile, perché poi di solito la Matteucci i match al fotofinish li perde. Temo però disco rosso al prossimo incontro. Guardando oltre, da registrare gli enormi progressi di Harriet Dart, inglesina, lei pure vista l’anno scorso a Firenze, ancora acerba e sconfitta dalla Stefanelli: ha perso dalla divina Konjuh, epperò portandola al tiebreak al secondo. Stupisco di questa giocatrice, perché ha fatto fuori ieri niente di meno che la Ostapenko. Circa il doppio giovanile ci si accorge di un fatto strano e forse capriccioso, che le nostre non si accoppiano fra di loro ma tentano con fortuna l’ingaggio di partners di prestigio: la Lombardo si è accasata con la Ferro ma hanno fatto un buco nell’acqua; chissà perché la Matteucci si è accaparrata la Pantuckova, il cui nome fa paronomasia con “pantera”: lo è un po’, panteresca, sempre un po’ accucciata e un po’ torpida. Caso ha voluto che Matteucci e Pantuckova siano al momento opposte a Pairone-Silich. Sulla Pairone evito di parlare, tanto sono deluso.
Brevi note sul torneo maggiore, su cui rischio il flatus vocis tanto se ne parla in queste ore. Tifo Lisicki al singolare, mi pare abbia le carte in regola per mettere le mani sul torneo. Chi vince questa semi Lisicki-Radwanska vince il torneo. E veniamo alle dolenti note, e cioè all’argomento del titolo. È ovvio che Sara e Roberta escono malconce, con le ossa rotte, da una spedizione sull’erba semifallimentare. Peggio dello scorso anno, quando Sara andò più avanti di due turni nel singolo e molto avanti nel doppio. Anche Roberta mortificata in singolo. Urge chiudere immediatamente questo capitolo, chiuderlo soprattutto mentalmente. E tornare subito competitive sulla terra, già da Palermo. Sennonché già dalle ultime battute di Parigi si era capito che il meccanismo si era rotto, e che qualcosa non funziona più. Il piccolo declino è dovuto in parte al fatto che altre coppie competitive stanno formandosi, e stanno prendendo le misure alle nostre; ma anche a un oggettivo appannamento: da Goerges e soprattutto Strykova non si può perdere!