Introduzione. Non ci voleva un mago per dire che Matteucci a Santa Croce avrebbe ceduto alla Bencic; e anche Napolitano, se la classe non è acqua, si poteva pronosticarlo semifinalista. Sennonché Napolitano non è purtroppo, o spero non ancora, un giocatore autoritario, capace di imporre la sua superiorità; e si porta quasi sempre a casa match anche risicati, vinti sul filo di lana. Deve fare un piccolo salto di qualità per giocare con maggiori margini di sicurezza. Santa Croce ha riconfermato che entro l’under 18 siamo attualmente più forti, e di gran lunga, nel maschile che nel femminile. Ieri c’è la stata la puntuale sorpresa di Cutuli, che non ha vinto il suo quarto, ma ha lottato egregiamente. Al femminile non illudiamoci ovviamente che la vittoria della Hofer a Prato faccia primavera: era un torneo piuttosto debole, l’ho detto mille volte.
Il buono. È ovviamente Federer. Ma come fa ad essere sempre così in formissima? Trentaduenne, non ha un filo di adipe, un fisico diritto e compatto come un fusto; e ora si è anche dato un nuovo look con quel caschetto più contenuto e sfoltito di capelli; e sempre il viso rasato alla perfezione con immacolate lamette Gillette. Federer è uno che non può nemmeno andare a comprare il giornale con la barba di un giorno: farebbe perdere miliardi alla Gillette. Essendo io un piccolo esteta del rovescio a una mano, inutile dire che me lo studio, quello di Federer, al rallentatore e cerco vanamente di imitarlo quando gioco. La cosa più difficile, irriproducibile dai dilettanti, è l’impatto con la palla. Federer lo trova d’istinto, sempre giusto, soprattuto lo cerca subito colpendo quasi sempre di controbalzo. Nessuno scaccia via la palla dalla racchetta come lui, come se dicesse Vade retro Sathana.
Il brutto. Mi spiace ma ieri, e spesso, è Gasquet. Si dicono ancora meraviglie di questa mancata promessa, che una decina di anni fa taluni ritenevano dovesse vincere tutto e contrapponevano a Federer. Non è brutto fisicamente, sebbene lo sia anche un pochino, ma non è però bello a vedersi come tennis. Assomiglia, ne convenite?, a Paolo Bertolucci. Appunto ha un fisico pesante, assai tozzo e incassato, come Bertolucci, sebbene sia certo assai più alto. Il servizio mi pare, come movimento, specie nella preparazione e nell’accucciamento, fra i più manierati e goffi del circuito. È vero, ha un buon rovescio a una mano; ma non è nemmeno lontano parente di quello di Federer. Eppoi perde quasi sempre. Un giorno dovremo fare un referendum sui più bei rovesci a una mano in circolazione.
Il cattivo. Beh, ovvio, è Nadal. Ieri Gulbis aveva la partita in pugno, e l’ha persa lui più che vinta Nadal, il quale ha remato dietro come fa di recente, con frequenza per lui sempre più preoccupante. Per tanta parte dell’incontro ha subito l’iniziativa di Gulbis. È cattivo per quelle smorfie, quei ghigni mefistofelici e plateali che fa quando fa un punto importante. Avete visto? Comunque Federer può andare in finale in carrozza visto il tabellone; di Nadal sono un po’ meno sicuro. Soprattutto se gioca così piano il torneo se lo sogna.
Postilla. Non sono affatto sicuro che, come dice l’articolista della FIT, la Errani al momento giochi meglio sulle superfici lente, e magari anche più molli per la pioggia: si veda quello che scrivevo ieri. Ciò non toglie che contro la Sharapova non è questione di superfici! Ogni partita fa storia a sé, ma se la Sharapova è quella vista anche solo ieri sera….