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Spaghetto Errani

by Franco Marucci

[spaghetto² s. m. [der. di spago², col suff. –etto], fam. – [reazione a qualcosa che impaurisce] ≈ (fam.) fifa, paura, (fam.) spago, spavento, (fam.) stringimento, (region.) strizza, timore, (fam.) tremarella. ↑ terrore.]

Verrebbe da dire niente paura: è scesa in campo la controfigura di Sara, e le succede di mandare al suo posto la sua sosia  – una modesta giocatrice di seconda categoria – una volta al mese all’incirca. L’ultima volta che io ricordi, di vederla giocare così piano, così corto, e con tanta timidezza, e tanto braccino, è stata con la Kvitova a Palermo. Sara archivierà questo match. Facciamo come i medici una diagnosi.

Attenuanti: i tre giorni vuoti dopo sabato scorso, semifinale esaltante con Serena; quindi la tensione e l’astinenza accumulate nel frattempo; si gioca a Roma, tutti si aspettano da lei grandi cose, aveva tutti gli occhi addosso; era l’esordio in un torneo, e in Italia, e quindi non era ancora rodata e ambientata; giocare con una inferiore ma emergente, e che sa il fatto suo, può intimorire o preoccupare, specie perché la sosia di Sara gioca paurosamente diverso da Sara quella vera. A Roma Sara non ha mai fatto molto bene.  McHale è scesa parecchio in classifica ma è stata molto più avanti l’anno scorso. Non è soprattutto giocatrice dai ritmi alti, di uno-due e punto, ma tesse la ragnatela, tende ad addormentare il gioco. Sara predilige le incontriste, le giocatrici di ritmo, di potenza e di percentuali. Infine il campo: troppo lento rispetto a quelli semicoperti e più veloci da cui proveniva; già il centrale dove ieri sera ha giocato Federer è più duro. Sembra un paradosso ma Sara gioca meglio adesso sulla terra veloce.

Aggravanti: McHale non è un fulmine di guerra, è atleticamente un po’ floscia, cosce grosse, qualche etto di pancino, e un accenno perfino di pappagorgia; è però a sua volta la controfigura di Sara. Gioca a specchio, golfisticamente, con colpi ampi e portati, raramente schiaffeggiati, pochi rischi e quindi pochi gratuiti; ma ha in più un buon servizio, tiene la prima, con lancio alto e comodo di palla. Giocatrice non elettrica e nemmeno epilettica, se palleggi a oltranza senza peso, e senza angoli, raramente ti dà il punto. Sara ha accorciato vistosamente dal 5/2 secondo set, e ha perso l’iniziativa, giocando poche altre volte così passivamente, e così terrorizzata. A mio avviso Sara ha capito solo alla fine del terzo set quanto sia esiziale la tattica di giocare sistematicamente rovescio contro rovescio.  E solo allora ha provato il lungolinea. Ha questo colpo in repertorio, e se lo tira teso e in anticipo con un po’ di campo aperto non ha da temere il diritto avversario, se di là non c’è Serena o la Sharapova. E invece si incaponisce spesso a giocarlo incrociato, certo anche perché trova rovesci di solito più deboli e fallosi.  Meno male che con la smorzata ha più volte levato le castagne dal fuoco.

A Santa Croce il cammello è stato messo a riposo perché ormai gli incontri, scesi in numero, si possono disputare tutti al circolo. Come al Giro con le tappe di montagna, si registrano crolli clamorosi. Stefanini ha mollato dopo due ottime partite come fa di questi tempi; la sorpresa è Cutuli, per me un illustre sconosciuto nel senso che lo devo ancora vedere all’opera. Lui e Napolitano sono i due superstiti ai quarti. Fuori di misura Capecchi, nettamente Rizzuti. Ahimè al femminile tutte fuori già agli ottavi le nostre salvo Matteucci, benché Lombardo abbia perso di un solo punto al tiebreak del terzo. E Simonelli ha fatto solo due giochi dopo l’impresa di ieri, su cui va fatta luce (Chiesa non si batte così agevolmente senza qualche inconveniente). A lume di naso, azzardando un pronostico e augurandomi che sia sbagliato, vedo una finale Bencic-Szlavikovics. Quest’ultima, dal nome impronunciabile, è ungherese, dunque di una scuola che sta lanciando ottime giovani come si è già visto a Firenze (la Galfi). Mi baso per segnalarla sui risultati abbastanza probanti sinora ottenuti. Ma trova la Giangreco-Campiz che ha battuto la Lombardo, per cui dovrebbe essere un match molto incerto.  Naturalmente esulterò se Matteucci batte domani Bencic. Infine trovo confermata la mia idea che Lombardo e co. avrebbero fatto meglio ad andare a giocare Prato, dove avevano speranze di vincere. Qui hanno raccattato una miseria a parte Matteucci, e non hanno evidentemente nemmeno fatto un saltino di qualità.

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