Ieri sera ho detto una inesattezza, e mi correggo: ho attribuito a Ines Ibbou, finalista alla Stanley Cup under 14 del Parioli, una…sorella inesistente. Il motivo di questo abbaglio è che ho visto il nome di questa giocatrice in alcuni tornei under 18, e constatati i risultati molto interessanti, non ho pensato che potesse essere una classe 1999, anzi supponevo una medioforte 1997 o al massimo 1998. L’ultimo dei “risultati interessanti” di questa giocatrice è stato al torneo francese 18ème Open International Junior de Beaulieu-sur-Mer, dove questa giocatrice algerina, superato un turno, ha strappato ben cinque giochi su dodici niente di meno che a Jelena Ostapenko, vincitrice del torneo, e che è attualmente, tolte le prime cinque del ranking giovanile, fra le prime dieci più forti al mondo della sua età (e ipso facto dell’under 18). Ditemi dunque se non è un buon biglietto da visita per Ines Ibbou.
La conclusione da trarsi è, purtroppo per i nostri colori, che Arianna Capogrosso non dovrebbe oggi avere scampo nella finale, se il tennis non è un’opinione. Ma aggiungo un dato significativo: questa Ibbou non ha concesso un set al Parioli a tutte le avversarie, e quella che le ha strappato sinora più giochi è Tatiana Pieri. Rallegriamoci: quello di Tatiana è dunque un ottimo risultato, non una delusione. Il secondo lo ha perso a 5 nel tiebreak. Io sono appunto dell’avviso che non sono tante le ragazze del 1999 che possano vincere agevole con Tatiana, che come si sa è molto avanti come testa e come tennis, e compete alla pari con le più grandi, ed è attesa a Prato nel md da martedì.
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Vedo e leggo ora il risultato di Ibbou-Capogrosso. Nel segreto dell’urna avevo pronosticato un 6/3 6/2 a favore di Ibbou, in base a semplici calcoli matematici e agevoli deduzioni, e ho ecceduto di ottimismo dando cavallerescamente un gioco in più alla nostra. Da oggi annotiamo questo nome…Ibbou!