Come i ghiri, i tennisti vanno in letargo dai primi crepuscoli autunnali sino a metà gennaio di ogni anno. In realtà in quei loro sotterranei, in assenza o nella diminuzione dei tornei per il mondo, si allenano da matti: è in questi mesi invernali che si semina, si fa palestra, si mettono su altri muscoli, si perfezionano colpi e tattiche, si cerca di migliorare dove si è deboli. E ci si programma. Qualcuno o qualcuna esce da questa esperienza rigenerato-a, più forte; altri-e purtroppo uguali a prima.
Sarà mia intenzione fare magari ogni mese il punto della situazione scrivendo, d’ora in avanti, una specie di editoriale. Qualcuno che mi avrà letto sul sito ufficiale della Fit sa quali sono i reparti del tennis su cui stendo di solito i miei commenti. Il mio angolo visuale è quello del tennis italiano, più femminile che maschile; e una speciale simpatia ho per quello giovanile: diciamo che seguo con ansia, curiosità e vero tifo, e credo un notevole grado di conoscenza e di competenza, le fasce dai quindici-sedici ai diciotto-diciannove anni. Anticipo che, risiedendo a Firenze, da Pasqua in avanti mi prenderò come sempre parecchi giorni di ferie per visionare di persona continuativamente i tre tornei giovanili di Firenze, Prato, Santa Croce, con in più magari Montecatini. E ne riferirò con certosino dettaglio e analisi spero competenti.
Ma dobbiamo parlare dell’Australia e di cosa ci aspetta, il torneo batte alle porte. Comincio dal femminile. Qui ci eravamo lasciati con sei reginette nelle prime cento WTA. Dai pochi riscontri avuti sinora la Pennetta è quella che sta meglio. Statisticamente lei fa sempre una partenza monstre: non ho i dati sottomano, ma ricordo risultati eccellenti, addirittura exploits prima dell’inizio della stagione sulla terra, che però, quando inizia, la Pennetta già cala un po’. Sinora ha giocato bene, molto bene, anche se quella finale persa per ritiro l’avrebbe credo persa ugualmente contro un’avversaria che non gioca brillante ma è solida di mente e di fisico. La Schiavone cosa ci fa in Australia? Vi gioca spesso bene, ché il duro è la sua seconda superficie preferita (quella peggiore per lei è l’erba), e può anche andare avanti. Ma sono sicuro che pensa a Roma e soprattutto a Parigi sin da ora, e ha la testa già lì (potrà forse per l’ultima volta approfittare della minore adattabilità alla terra delle top 20). Delle altre: la Vinci è in lieve appannamento, per vincere fa sempre fatica, è back-di rovescio-dipendente, e se qualcuna le prende le misure e la palla non le rimane bassa e lunga come deve è finita. Delle altre: la Errani è purtroppo ferma, stazionaria come risultati e come gioco, non fa progressi da un paio di anni, e penso che si sia adeguata; e la Oprandi fa una partita eccezionale e due disastri…
Circa il maschile sarò laconico: abbiamo attualmente due soli giocatori validi e competitivi agli alti livelli, e sono Seppi, un poeta a cui manca sempre un verso, e Fognini. Sul secondo sono estremamente cattivo. Avrebbe mezzi ma ha testa zero, e butta via tre incontri su cinque: carattere agonistico pessimo. Dietro c’è Giannessi (ma non è qui in tabellone), ma temo dovremo aspettare in prospettiva la nidiata dei 95 e dei 96, dico davvero: le annate 92, 93 e 94 per quel che ho visto non promettono molto di buono. Volandri e Starace sono ormai scarichi, e Bolelli, mi sa, a 27 anni è irrecuperabile per i top 50. Comunque, se quasi tutte le donne hanno incontri abbordabili, gli italiani in tabellone hanno incontri difficili e alcuni proibitivi: non so chi passerà, forse magari Viola!
Sul fronte giovanile tutto il carrozzone si deve rimettere in moto, e parliamo con la e il condizionale. Si è solo saputo, o si è avuta conferma, che Napolitano e Donati sono da seguire con grande trepidazione, soprattutto il primo. Baldi non si è più visto, Quinzi pure. Battano un colpo. Nel femminile io attendo l’esplosione di Giulia Pairone, la migliore e mentalmente più solida delle 96, ma ve ne sono almeno altre quattro che sono non male. Ho visto poi con estremo piacere che la Burnett, 1992, ha giocato le qualificazioni dell’Australian Open pur perdendo alla prima. Tira tutto all’impazzata e a volte dovrebbe invece tenere, quindi ha colpi da otto ma testa per il momento insufficiente; ma va rodata e provata: coraggio. Peste e corna dico della Giorgi, il famoso oggetto misterioso: è da una vita che definisco incomprensibile, veramente disastrosa, la sua programmazione. Sta ora facendo un 25000 dollari Itf, lei che è n. 154 WTA! Forse è affetta dal panico del grande slam.
Tennis, si riparte
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